Spoleto, nido Carillon: servizio sospeso

La denuncia dei consiglieri del M5S: «Prima il taglio degli iscritti, poi i pensionamenti non sostituiti. Volontà di chiudere il servizio»

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Fiore all’occhiello del comune di Spoleto per quasi trent’anni, da oggi l’asilo nido comunale di Villa Redenta Carillon «non esiste più».

La scoperta, un po’ per caso, arriva assieme al bando di iscrizione ai nidi, quando i genitori si sono trovati davanti a una brutta sorpresa. Il servizio è stato sospeso «proprio a causa – spiega la consigliera comunale del Movimento 5 stelle Elisa Bassetti – del trasferimento della materna Prato fiorito proprio nella struttura che ospitava l’asilo nido». E secondo tanti genitori dietro questa sospensione del servizio ci sarebbe una neanche troppo celata volontà di chiudere definitivamente il servizio.

Esternalizzazione «Un progetto diabolico – spiega ancora la Bassetti – che si somma a tutta quella serie di azioni che stanno portando Spoleto verso un progressivo smantellamento dei servizi primari e di istruzione». La vicenda, infatti, sembra solo l’epilogo di un tentativo, partito da lontano, di esternalizzare il nido comunale di cui inizialmente ne esistevano tre a Spoleto. Poi, in mezzo, è sorto anche un comitato di genitori che, nel tempo, ha raccolto più di 900 firme, per evitare la chiusura dell’asilo.

Il terremoto Il comune, dal canto suo, ha sempre messo avanti l’impossibilità di assumere personale per giustificare l’esternalizzazione del servizio. «Ma poi il terremoto ha aiutato – spiega ancora la consigliera Bassetti – perché proprio la struttura di Villa Redenta è stata trasferita in un altro nido, per ospitare lì i bambini di una scuola inagibile. Se ci fosse stata la volontà di mantenere questo servizio lo si poteva fare, tranquillamente all’interno di questa nuova struttura».

Gli iscritti La situazione, e queste sono le previsioni dei genitori, è critica. Gli iscritti al Carillon da 30 erano già scesi a 12 perché, già dallo scorso anno avevano tagliato una sezione, poi non hanno rimesso il personale andato in pensione e infine, ora, la sospensione. «Un lento e graduale deterioramento del servizio, quando, trent’anni fa, nella zona di Villa Redenta e rione Casette, un’area molto popolosa, ospitava almeno una cinquantina di bambini». Dal bando, i bambini possono ancora essere iscritti «ma quale genitore iscriverebbe suo figlio a un servizio sospeso? Una mamma o un papà vuole certezze per i propri bambini, così avranno anche la scusa che non ci sono stati iscritti».

Le accuse, dunque, sono tutte contro la giunta, «colpevole di non tenere al futuro dei propri figli e che dovrebbe combattere con le unghie e con i denti per tenere aperto un servizio come l’asilo nido Carillon di Villa Redenta, quale baluardo di quella rete di assistenza alle madri, alle famiglie e al tessuto educativo, sociale e culturale di un comune che sia teso a incentivare le nascite e a creare una comunità». Intanto, attraverso il bando, forse arriva anche un’altra novità, cioè quella che probabilmente non sarà pronto entro settembre il nuovo polo scolastico che dovrebbe ospitare gli studenti delle scuole dichiarate inagibili dopo il terremoto. Un’apertura che, dunque, slitterà almeno a gennaio 2018 per gli studenti della scuola d’infanzia Prato Fiorito e la Dante Alighieri.

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