Stalking ‘agricolo’ in Valserra: condannato

Terni, sei mesi a un 75enne che avrebbe tormentato i vicini. Anche sfrecciandogli accanto in trattore mentre pranzavano

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Alcune delle contestazioni che ne hanno portato alla condanna a sei mesi di reclusione per ‘atti persecutori’ – per nella consapevolezza del disagio vissuto dalle vittime – sono decisamente curiose. Come quando sfrecciava più e più volte con il trattore nel suo terreno solo per riempire di polvere la famiglia ‘rivale’ che stava pranzando all’aperto. O anche quando sversava, sempre nella sua proprietà, acqua mista a calce e sostanzi chimiche, consapevole che la pendenza del terreno l’avrebbe fatta ‘sconfinare’ dove voleva lui. Poi ci sono anche insulti, cartelli denigratori, intrusioni serali – con tanto di torcia in mano, da una finestra – e condotte che il tribunale di Terni, attraverso il giudice Massimo Zanetti, ha ritenuto penalmente rilevanti e quindi punibili. Con la reclusione ma pure con 10 mila euro di provvisionali verso i coniugi ‘bersagliati’, oltre a 3 mila euro a titolo definitivo verso un terzo soggetto – assistito dall’avvocato Lorenzo Filippetti – minacciato solo perché aveva osato intromettersi in una discussione.

I fatti

La vicenda è legata a banali liti di vicinato e si è sviluppata, in un arco temporale ampio che va dal 2009 al 2015, in quel di Giuncano, dove una famiglia aveva scelto di comprare una casa per trascorrere momenti di tranquillità in campagna, lontana dal traffico e dal caos di Terni. Solo che per i due coniugi che in Valserra speravano di trovare pace e relax, erano presto iniziati i problemi con quel confinante – un ternano che oggi ha 75 anni – fatti di liti in serie e comportamenti che, una volta finiti all’attenzione della procura, sono sfociati nel processo giunto ad una prima sentenza nei giorni scorsi. Imputati per stalking e minacce, il pensionato ‘scatenato’ e la moglie di quest’ultimo, poi assolta con formula piena.

Battaglia legale

In seguito alle varie situazioni verificatesi, la coppia ha iniziato ad accusare problemi di salute derivanti dallo stress e dalla frustrazione di sentirsi in qualche modo ‘tormentati’. Lettura che il tribunale ha avallato, ritenendo sussistente lo stalking, come sostenuto in aula sia dall’accusa che dal legale di parte civile, l’avvocato Renato Chiaranti. Di parere diametralmente opposto il difensore del 75enne – che assiste anche la moglie assolta – avvocato Attilio Biancifiori: «Tutto trae origine – afferma – da singole denunce che nel tempo la procura ha archiviato ma che poi sono riemerse, in forma unitaria, nel processo in questione. Fatti, a nostro giudizio, non accertati e privi di quella minima continuità che possa qualificarli come ‘stalking’. L’appello è scontato e lì faremo valere le nostre ragioni».

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