Storie, emozioni e nostalgia. Insegnanti e studenti riabbracciano l’esame più bello

Maturità – Prima e seconda prova scritta, poi l’orale. Un passaggio importante nella vita di ciascuno, raccontato dai protagonisti

Condividi questo articolo su

di Gabriele Ripandelli

Le lunghe file di banchi, l’ansia in attesa della consegna delle prove di esame, il rumore delle penne che scrivono sui fogli di carta. Quei ricordi che tutti associano alla maturità sono nuovamente vivi. Dopo due anni di didattica a distanza e di maxiorale, per gli studenti del quinto torna la normalità per l’esame di Stato. O almeno in parte, perché il Covid non è ancora un brutto vecchio ricordo e, nonostante la situazione sia migliorata, ci sono ancora alcuni casi per cui, come ci racconta Enrico Fortunati, professore di produzione vegetale presso l’istituto tecnico agrario superiore Ciuffelli-Einaudi di Todi, in alcune scuole sono state organizzate delle sessioni straordinarie per alcuni studenti risultati positivi questa settimana. La nota lieta è vedere la felicità dei ragazzi nel recarsi a scuola per un «momento importante e mitico della loro vita» come viene definito da Fabio Stirati, docente di lettere all’indirizzo classico del polo liceale Mazzatinti di Gubbio. Annalisa Persichetti, insegnante di lettere al liceo scientifico Alessi di Perugia, ci ha raccontato così le emozioni dei ragazzi: «Nel loro volto c’è la contentezza di vivere questa esperienza».

Tanta emozione

La conferma arriva da alcuni studenti come Andrea dello scientifico sportivo del Mazzatinti di Gubbio: «Qualche ora insonne c’è stata, soprattutto nella notte della prima prova, poi la mattina andando a scuola con gli amici la tensione è calata. Sento molto però il dispiacere perché dopo questi giorni ci perderemo di vista. Per questo abbiamo già organizzato una giornata da passare tutti quanti insieme». Anche Klajdi dello scientifico Alessi di Perugia ha svolto le due prove con grande tranquillità: «Avevo un po’ di ansia ma so che ce la farà anche la mia classe. Non vedo l’ora di terminare sperando di poter festeggiare». Alessandro dell’istituto tecnico tecnologico statale Volta ci parla di nostalgia: «So che quando avrò terminato l’orale cambieranno molte cose e questo mi fa particolarmente effetto».

Una liberazione

Le emozioni sono arrivate forti anche per gli insegnanti, come racconta Sabrina Cucci, docente di lettere del liceo scientifico Alessi di Perugia: «Vedere nelle nostre due palestre tutti i banchi con gli studenti, mi ha dato la prova di un possibile ritorno pieno alla normalità e alla vita». Forte il senso di responsabilità che ha sentito Stirati: «Ho provato tanta tensione emotiva perché abbiamo guidato i ragazzi in un triennio molto complicato sotto tutti i punti di vista». Persichetti si porterà sempre con sé una foto: «Quella dei banchi allineati. Che emozione: là ho pensato che finalmente si tornava a fare l’esame sul serio». Un immagine che rappresenta l’importanza di quei rapporti sociali su cui si sofferma Tiziana Scassellati, insegnante di lettere allo scientifico sportivo e all’artistico del polo liceale Mazzatinti di Gubbio: «Gli studenti erano contenti di stare con i loro compagni e con i loro professori. Avevano bisogno del lato umano che la scuola sa dare».

La prima prova vista dai docenti

L’impressione condivisa da tutti è che le tracce dell’esame di italiano erano alla portata degli studenti. «Erano di loro gradimento e in parte prevedibile come quella di Verga, essendo il centenario della morte – spiega Cucci che, se avesse potuto, avrebbe sviluppato il tema su Liliana Segre (B1) -. Da parte del ministero c’è stata particolare attenzione e concretezza. Era molto presente il tema della pandemia e le tracce in generale erano molto attuali toccando gli studenti nel personale. In loro ho visto la storia che si fa presente: ho avuto l’impressione che i ragazzi avessero davvero bisogno di scrivere». Persichetti avrebbe invece optato per l’analisi della ‘via ferrata’ di Giovanni Pascoli (A1): «Ti permetteva di sviluppare un percorso in cui approfondire ed esercitare le competenze tecniche maturate nel corso degli anni. Forse il Covid e l’uso dei social erano troppo gettonati e si rischiava di cadere nella banalità. In generale c’è stata coerenza con i programmi di studio, a differenza degli anni precedenti in cui cercando qualcosa di alternativo il ministero ha messo in difficoltà il candidato. Il lavoro sull’educazione civica è stato strategico perché ha intercettato tutte le tematiche di questa maturità. Molti tra i candidati hanno consegnato nel finale e abbiamo terminato i fogli per quanto hanno scritto». Stirati, che ha studiato pianoforte al conservatorio, non avrebbe avuto dubbi sulla scelta della traccia sulla musicofilia (B2): «Era davvero bella, ma in generale gli autori erano conosciuti e le proposte erano tutte abbordabili». Scassellati, anche lei orientata verso la musicofilia di Oliver Sacks, spiega i problemi riscontrati a causa dei due anni di didattica a distanza: «Ci sono lacune dal punto di vista grammaticale e ortografico. Abituati a scrivere con una tastiera, diversi ragazzi hanno perso il corretto utilizzo per esempio dell’apostrofo e dell’accento. Hanno messo però tanta voglia nella prova e lo abbiamo apprezzato. La penso come Steve Jobs: devono imparare a osare con creatività senza mettere dei paletti. La prova dava occasione di utilizzare spunti diversi e in molti hanno raccontato il loro mondo personale».

La prima prova vista dagli studenti

Il tema di italiano è stato il primo approccio con l’esame di maturità, un modo anche per sciogliere il ghiaccio. Klajdi si reputa soddisfatto: «Le tracce erano ben pensate e non ci sono stati autori non studiati durante l’anno. Sono contento che non ci sia solo il maxiorale: la prima prova ci permette di prendere confidenza con l’esame. Io ho scelto quella sulla costituzione della terra (C1)». A Gubbio, anche Andrea ha sviluppato il testo tratto da Ferrajoli: «Gli effetti della pandemia si sono visti su noi ragazzi che eravamo abituati a socializzare e quindi mi è piaciuta. Ho raccontato la mia giornata tipo durante il lockdown anche se tra studio, allenamento, relax e passioni mie non era mai monotona». Alessandro ha scelto di rischiare il meno possibile: «Tutte le tracce mi sembravano semplici. Io ho fatto quella sulla sicurezza nel web (C2) perché mi sentivo più tranquillo nel comunicare le idee che avevo».

Lo spauracchio della seconda prova

In diverse scuole a preoccupare molto era la seconda prova, la parte di esame sulla materia di istituto con la traccia sviluppata dalla commissione che quest’anno è interna. «Penso fosse fattibile – commenta Klajdi – , per me matematica era il peggio. Ora è passata e non era troppo difficile». Silvia Lombardi, che insegna fisica al liceo ‘Alessi’ di Perugia, la reputa giusta per le valutazioni: «L’hanno preparata i miei colleghi, l’impressione è stata di un esame equilibrato. C’è chi ha avuto qualche difficoltà ma non era eccessivamente complessa». Anche per Andrea le sensazioni sono positive: «Ci aspettavamo una prova difficile anche perché la didattica a distanza si è fatta sentire per le lacune che si è portata dietro. Alla fine, invece, era fattibile». Stirati commenta quella di latino del Mazzatinti: «È stata ben preparata: una prova importante con traduzione e domande di comprensione su una epistula di Seneca a Lucilio». Alessandro è rimasto soddisfatto di quella di informatica del Volta: «Dovevamo progettare un sito per monitorare la disponibilità dei tablet che lo Stato dava ad alcuni cittadini per delle politiche sociali. Credo di averla svolta bene». Al Ciuffelli-Einaudi di Todi la materia era trasformazione dei prodotti agrari. Fortunati sottolinea l’importanza di avere reinserito la seconda prova: «L’aspettavamo tutti perché fare l’esame solo orale sembrava troppo leggero e non permetteva di fare alcune valutazioni».

I consigli per l’orale

Ci saranno alcuni giorni in cui gli studenti potranno staccare mentalmente dalle prove scritte sostenute per concentrarsi sulla parte orale, che quest’anno prevede la scelta da parte dei docenti di un argomento intorno al quale il candidato dovrà sviluppare un discorso collegando le diverse discipline, oltre alla discussione del PCTO, il percorso fatto da ogni ragazzo nell’alternanza scuola lavoro. Persichetti consiglia di vivere intensamente anche questa fase di preparazione: «Studiate in gruppo perché è un’esperienza che ricorderete per tutta la vita. Usate un grande foglio per immaginare i collegamenti e non ripassate a compartimenti stagni. La sera uscite, rilassatevi e incontrate gli amici». Cucci condivide invece un insegnamento del poeta spagnolo Antonio Machado: «Molti mi dicono che sono più preoccupati dell’orale che delle prove scritte perché li spaventa dover improvvisare i collegamenti in pochi minuti. Ricordatevi però che il percorso che si è fatto, conta più della mèta che comunque deve essere bella per gratificare le fatiche. Dovete però avere la consapevolezza che il peggio è passato e sono i due anni che vi siete lasciati alle spalle». Anche Fortunati chiama alla tranquillità: «Gli ultimi ripassi servono tantissimo ma ricordatevi che metà del punteggio con cui uscirete è data dal credito scolastico e il grosso è quindi già stato fatto». Al filone di pensiero si unisce Lombardi: «Preparatevi mentalmente dei percorsi. Se uno studia bene, deve stare tranquillo». Stirati ripensa a ciò che avrebbe voluto sentirsi dire quando ha sostenuto la maturità: «Il segreto è rimanere con i nervi ben saldi. Quando usciranno i risultati degli scritti, evitare facili entusiasmi se sono andati bene e altrettanto non abbattetevi se vi aspettavate di più. Al colloquio mostrare la vostra cultura e dimostrate la vostra creatività. Fatelo con passione e divertitevi». Scassellati propone anche un aiuto concreto: «Se avete bisogno di ripassare siamo a disposizione anche questi giorni. Voi mettetecela tutta perché le capacità le avete. L’importante è saper essere creativi con i collegamenti».

Le aspettative e i progetti futuri degli studenti

Con grande probabilità l’anno prossimo Klajdi farà qualcosa legato all’ambito umanistico e, vista la sua grande passione per la storia e per il calcio declinato nel giornalismo sportivo, è indirizzato verso lettere moderne a Perugia. Al telefono si sente quanto sia carico per questi ultimi sforzi: «Mi aspettano giorni di studio intenso. Non sono però molto preoccupato, anche se so che alcune materie potrebbero essere difficili». Anche Alessandro ha l’idea di fare un percorso diverso da quello che sono stati finora i suoi studi. In mente ha di entrare a fisioterapia ma anche scienze motorie non gli dispiacerebbe. Ora si dice tranquillo ma è consapevole che quando sarà il suo turno, proverà un turbinìo di emozioni: «La nostalgia prima di tutto perché sarà il mio ultimo giorno in quella scuola. Poi la paura perché il colloquio influisce molto sul voto e ho aspettative importanti. Voglio uscire con un bel voto». Tra i compagni potrebbe ritrovare anche Andrea che ha deciso di fare scienze motorie. Sull’orale si dice tranquillo: «Ritengo sia una fortuna che la commissione sia composta dai nostri docenti. Nel corso dell’anno abbiamo lavorato sui collegamenti e i professori ci hanno dato diversi spunti».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli