Ternana, rabbia derby: ventuno tifosi indagati

La procura di Terni ha chiuso le indagini sulla contestazione esplosa la sera del 5 marzo dopo la sconfitta contro il Perugia

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Sono ventuno in totale – venti uomini e una donna, tutti di età compresa fra i 21 e i 42 anni – le persone indagate dalla procura di Terni in seguito alla contestazione nei confronti della Ternana, esplosa la sera del 5 marzo al ritorno della squadra in città, dopo il derby perso per uno a zero allo stadio Curi di Perugia.

Le contestazioni La procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini ai diretti interessati, chiamati ora a difendersi in relazione alle diverse ipotesi di reato formulate dal pm Barbara Mazzullo, sulla base delle indagini svolte dalla polizia di Stato. A tutti vengono contestati i reati di violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, grida e manifestazioni sediziose e radunata sediziosa. A otto di loro, individuati dagli inquirenti come promotori e organizzatori della protesta, viene contestata anche l’interruzione di pubblico servizio e la violazione del Regio Decreto 773 del 1931 che impone di avvisare il questore, almeno tre giorni prima, di qualsiasi riunione pubblica. Due giovani, infine, sono accusati di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale in relazione all’episodio che li avrebbe visti forzare la portiera del pullman della squadra rossoverde, per poi accedere all’interno.

«Atti violenti» Per la procura, il pullman della Ternana Calcio, al rientro dalla cocente sconfitta contro i ‘cugini’ del Perugia, sarebbe stato accolto con «molteplici atti violenti quali lancio di petardi ad alto potenziale, fumogeni, bottiglie e altri oggetti contundenti». Gli stessi tifosi indagati avrebbero «invaso completamente la semi carreggiata, impedendo la prosecuzione della marcia sia all’autista del pullman che all’auto-pattuglia della polizia di Stato, opponendo resistenza e provocando un’interruzione della regolarità di un pubblico servizio».

Le difese Ora i ventuno, difesi per la quasi totalità dagli avvocati Lorenzo Filippetti, Giovanni Adami e Laura Chiappelli, potranno, entro venti giorni, depositare memorie difensive, essere ascoltati o interrogati dal pubblico ministero titolare del fascicolo.

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