Terni, alunno ferito: assolta l’insegnante

La procura della Corte dei conti aveva chiesto un risarcimento di 21 mila euro per i danni riportati da un alunno colpito da un compagno

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«Essendo l’insegnante intenta a scrivere alla lavagna, l’evento del lancio della gomma non poteva in alcun modo essere prevedibile proprio per il carattere repentino dell’azione». Per questo e altri motivi la Corte dei conti dell’Umbria ha assolto l’insegnante 56enne di Terni, di ruolo in una scuola di Amelia, a cui la procura contabile aveva chiesto un risarcimento di circa 21 mila euro per i danni permanenti – invalidità del 7% – riportati da un alunno, ‘centrato’ ad un occhio da una gomma per cancellare tirata da un compagno di classe.

Il fatto risale all’aprile del 2001: l’insegnante stava spiegando alla lavagna quando un alunno aveva preso in mano una gomma da cancellare e l’aveva tirata contro un compagno, colpendolo ad un occhio. Il ‘colpevole’ era stato sanzionato con una nota ma la vicenda era proseguita in tribunale. Nel 2012 il giudice civile ha condannato l’Amministrazione Scolastica a risarcire con 21 mila euro il ragazzo colpito. Da lì è partito il procedimento che ha portato la procura contabile a chiedere il ‘conto’ all’insegnante, sulla base della presunta incapacità a mantenere la disciplina in classe.

La sentenza Argomenti a cui il legale difensore della professoressa, l’avvocato Antonio De Angelis del foro di Terni, si è opposto evidenziando – fra le altre cose – l’assenza di ‘colpa grave’ e di qualsiasi nesso di causalità fra la condotta dell’insegnante, che mentre scriveva alla lavagna aveva la classe di spalle, e il danno riportato dall’alunno. Tesi accolte in toto dal collegio giudicante, secondo cui «la condotta dell’insegnante non è stata caratterizzata da straordinaria incuria o grave negligenza, ciò che ad esempio si sarebbe potuto contestare se avesse lasciato l’aula e di conseguenza fosse venuta meno ai suoi obblighi di vigilanza».

«Colpa degli alunni» «La lezione – scrivono i giudici nella sentenza – anche per unanime riconoscimento dei testimoni, si stava svolgendo, essendo l’insegnante alla lavagna, con le spalle alla scolaresca. Che poi gli studenti, durante lo svolgimento della lezione fossero irrequieti e indisciplinati, è questione che non può imputarsi, a titolo di colpa grave, alla medesima insegnante, bensì in misura rilevante agli stessi ragazzi che approfittarono della situazione».

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