Terni: «Carcere e città a rischio sicurezza»

L’Ugl Polizia Penitenzaria che critica le scelte e l’immobilismo della politica: «Territorio preda di infiltrazioni criminali»

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«Il carcere di Terni è per indice di pericolosità, tra i più importanti d’Italia», a dirlo è Francesco Petrelli, dirigente nazionale del sindacato Ugl Polizia Penitenziaria secondo il quale «il triste primato è attribuito direttamente dal Dipartimento e dal Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria e dalla superficialità della direzione della casa circondariale».

L’attacco prende le mosse dalla situazione dei detenuti e degli agenti operanti all’interno della struttura di vocabolo Sabbione: «Siamo prossimi alla cifra di 500 detenuti e l’istituto, pur se implementato con un nuovo padiglione, non è in grado di assicurare la giusta divisione dei soggetti. Ne consegue un’inevitabile promiscuità. Il personale – aggiunge Petrelli – pur se adeguato rispetto alle vecchie piante organiche del 2012, è già in sofferenza. Oltre il 50% degli agenti presenti non sono del posto, non assicurando continuità, e quasi 50 unità beneficiano di distaccamenti per motivi vari. Una situazione – spiega il sindacalista – che sta degenerando non solo per il personale di custodia, ma per l’intera città che è preda di infiltrazioni criminali».

L’analisi Per l’esponente dell’Ugl, il problema si spinge oltre le mura della casa circondariale: «Abbiamo gridato a più riprese questo allarme ma nessuno l’ha mai raccolto o ne ha impedito il verificarsi. La politica silente e il territorio contaminato nel suo tessuto economico, dal turismo carcerario di chi incontra i propri congiunti a chi vi si stabilizza definitivamente, hanno creato ulteriori problemi ad una società, quella ternana, già in difficoltà. E in una città già degradata, si percepisce sempre meno sicurezza e le forze dell’ordine preposte hanno dovuto inevitabilmente aumentare le attività di prevenzione anticrimine».

«Rispettare i criteri» «Negli ultimi mesi – afferma Petrelli – l’Umbria è entrata a far parte del Provveditorato della Toscana con tutte le problematiche al seguito. Sfollamenti e soggetti problematici dall’istituto di Firenze vengono trasferiti sia a Terni che a Spoleto, eludendo le normative dell’ordinamento penitenziario che indicano espressamente i motivi per la traduzione in altri istituti. Il Prap della Toscana, con una nota inviata dall’Ugl, è stato invitato a rispettare la capienza, la disponibilità e la sicurezza negli istituti. Purtroppo i dirigenti e gli amministratori cambieranno – conclude – ma le conseguenze della contaminazione del territorio saranno sempre a discapito del cittadino».

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