Terni: imprenditore albanese di 46 anni si toglie la vita in carcere

L’uomo si è impiccato lunedì mattina nella propria cella

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Un detenuto di nazionalità albanese di 46 anni – imprenditore da molti anni a Terni – si è tolto la vita all’interno del carcere di vocabolo Sabbione, nella propria cella dove era ristretto dallo scorso 20 dicembre per maltrattamenti in famiglia. A rendere noto il fatto è il sindacato di polizia penitenziaria Sappe. «Verso le 10.30 di lunedì mattina – spiega Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe – nel carcere di Terni si è consumato un nuovo dramma che vede il suicidio di un detenuto, ristretto per tentata rapina, poi inviato ai domiciliari e poi di nuovo in carcere per violenze in famiglia. L’uomo, un cittadino albanese di 46 anni, è stato trovato impiccato nella propria cella – prosegue Bonino – e sono stati inutili i tentativi di soccorso da parte dei sanitari e del personale di polizia penitenziaria». La salma è stata trasportata all’ospedale di Perugia, a disposizione dell’autorità giudiziaria di Terni per gli accertamenti del caso. «Un detenuto che si toglie la vita in carcere – dichiara il segretario generale del Sappe, Donato Capece – è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea». «Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile – afferma Bonino -, pertanto se una persona decide di suicidarsi prima o poi troverà il modo di farlo. Il problema è preventivo, non successivo. Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata. La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione». Il senatore Walter Verini, segretario della commissione giustizia e capogruppo del Pd in quella antimafia, si chiede «che altro deve succedere nelle carceri italiane, in quella di Terni, perché il Governo, il Ministro della giustizia intervengano subito per porre fine ad una situazione ogni giorno più drammatica? Oggi – prosegue Verini – un altro suicidio nel carcere di Sabbione, che avevamo visitato di nuovo tre settimane fa con una delegazione del Pd ternano, denunciando per l’ennesima volta lo stato insopportabile e pericoloso del sovraffollamento, della grave mancanza di organici della polizia penitenziaria, alla cui voce di denuncia uniamo une volta di più la nostra. Ne avevamo anche parlato proprio la scorsa settimana direttamente con il ministro Nordio e in aula, sottolineandogli l’urgenza di risposte immediate. Niente. Terni è una delle situazioni più delicate tra le carceri italiane che scoppiano, dove i suicidi sono tremende notizie quotidiane. Dove si registrano ancora perfino episodi di tortura ai danni di detenuti, come a Reggio Emilia, su cui come Pd chiediamo piena luce e rigore. Anche sulle carceri – conclude il senatore – questo Governo è colpevolmente responsabile, con l’aggravante della presenza di sottosegretari inadatti e privi di senso dello Stato, come Delmastro Delle Vedove. Ma ogni ulteriore ritardo è irresponsabile. Se Meloni e Nordio non vogliono ascoltare il Pd, ascoltino gli appelli del presidente Mattarella».

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