Terni, fa prostituire compagna: colpevole

L’uomo – poco più che 50enne – si è visto infliggere cinque anni di reclusione anche per le minacce verso la vittima ed un suo zio

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Cinque anni di reclusione per sfruttamento della prostituzione e minacce. Questa la pena inflitta dal tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Rosanna Ianniello, giudici Marco Di Tullio e Barbara Di Giovannantonio – ad un uomo poco più che 50enne, residente a Terni.

L’accusa

Quest’ultimo, gravato da numerosi precedenti ed ex tossicodipendente, era accusato di aver sfruttato per lungo tempo – almeno fino al giugno del 2016 – l’ex compagna, coetanea e anche lei segnata da problemi di droga, costringendola a prostituirsi e tenendo per sé i proventi delle prestazioni sessuali.

L’aggravante

Il tribunale ha riconosciuto non solo il reato di sfruttamento della prostituzione, ma anche l’aggravante di averlo commesso con violenza e minaccia in danno di una persona tossicodipendente.

Le minacce

Le minacce in senso stretto, sono invece quelle che l’uomo avrebbe messo in atto sia verso l’ex compagna che alcuni suoi familiari. Nel primo caso, oltre a quelli pregressi, l’episodio più grave finito all’attenzione dell’autorità giudiziaria, e quindi del tribunale, è quello avvenuto all’interno di un’auto che sarebbe stato accompagnato dall’esibizione di una pistola, in possesso di un terzo soggetto non identificato, per ‘convincerla’ a vendere il proprio corpo ai clienti. Nel secondo caso, quello relativo ai familiari e datato giugno 2016, il 50enne avrebbe invece minacciato di morte l’anziano zio della donna che, abitando nello stesso edificio, si era ‘intromesso’ in una furiosa lite fra i due, cercando di riportare la calma. «Sciacquati dai c. sennò ammazzo te e quella t. di tua moglie», gli avrebbe detto.

Provvisionale e appello

Contestualmente alla sentenza, il tribunale ha riconosciuto una provvisionale di 10 mila euro alla vittima, parte civile attraverso l’avvocato Raquel Grifoni. Per il 50enne, invece, la prospettiva è quella dell’appello attraverso il proprio legale, Alessio Pressi del foro di Terni.

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