Terni, Fabbrica d’armi: «Basta con le bugie»

I sindacati: «Si è parlato di 116 assunzioni, ma riguardano tutto il Paese e per graduatorie che non riguardano la Regione Umbria, quindi tanto meno il Pmal ternano»

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Li hanno presi d’assalto. Con richieste, preghiere e, in qualche caso, «pure con insulti, perché saremmo noi a non dire la verità, mentre le menzogne sono messe in giro, probabilmente ad arte, da altri».

Assunzioni e favole Le menzogne, secondo Giampaolo Fabiani, Mario Pragliola e Renzo Formica, dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, si riferirebbero alla Fabbrica d’armi di Terni (che oggi si chiama Polo di mantenimento delle armi leggere), dove – si è detto e scritto – sarebbero in vista assunzioni.

«Basta bugie» I sindacalisti spiegano che «si è parlato di 116 assunzioni ‘sloccate’ per il Polo di mantenimento ternano, mentre quel numero, contenuto in una nota del ministro, riguardano tutto ilterritorio nazionale e verranno peraltro individuate da vecchie graduatorie di concorsi già da tempo espletati, che purtroppo non hanno riguardato la Regione Umbria, quindi tanto meno il Pmal ternano». Secondo Cgil, Cisl e Uil, «tali notizie non fondate creano, fra l’altro, aspettative nella città destinate ad essere disattese», con tutte le conseguenze del caso.

La situazione Attualmente – a fronte di un fabbisogno di personale, previsto in ‘pianta organica’, pari a 384 unità – «al Polo di mantenimento ternano – spiega un sindacalista – lavorano circa 300 persone, che diventeranno 280 entro i primi mesi del 2018, per effetti dei pensionamenti». Con saldo negativo, quindi, di «oltre 100 unità rispetto alle esigenze operative».

I concorsi Saldo negativo che – «è bene ribadirlo» si dice negli ambienti sindacali – non potrà in nessun modo essere compensato con quelle persone a cui si è fatto riferimento – «ai giornalisti è stata data una polpetta avvelenata», è la versione – ma solo, parzialmente e non si sa ancora con quali tempistiche, con dei concorsi che devono ancora essere banditi e che potranno permettere di assumere solo un 25% del personale che è stato messo a riposo, sia nei Poli come quello ternano, ma anche negli arsenali. Poi potranno essere fatti dei corsi di formazione, finalizzati all’assunzione, ma dei quali al momento si sente solo parlare.

La sentenza Insomma, alla fine la sentenza è lapidaria: «Alla Fabbrica d’armi di Terni, per un bel po’ di tempo, non ci saranno né assunzioni e né integrazioni di personale. Sarà bene che chi fa circolare informazioni fuorvianti, mettendo in difficoltà non solo noi sindacalisti, ma anche voi giornalisti, si renda conto che così facendo provoca solo altri danni ad una comunità che non ne ha davvero bisogno».

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