Terni film festival: «Tutto pronto per la ‘seconda dose’»

La seconda parte della 16esima edizione si svolgerà dal 23 al 30 maggio a Terni, Roma e Vacone in Sabina

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Tutto pronto per la ‘seconda dose’ della 16esima edizione del Terni film festival – Popoli e religioni che si svolgerà dal 23 al 30 maggio a Terni, Roma e Vacone in Sabina. L’ingresso alle proiezioni ed eventi sarà gratuito e consentito fino al raggiungimento della quota di presenze secondo le misure vigenti anti Covid-19.

IL PROGRAMMA

Riscoprire il contatto personale

«Siamo molto soddisfatti per essere riusciti a completare questo Festival», ha detto Stefania Parisi, direttore dell’Istess, giovedì mattina in una conferenza stampa che si è svolta nel salone della Curia vescovile di Terni. «Fino ad ora devo dire che è riuscito molto bene. La prima fase, a novembre, si è svolta online con grande successo di pubblico che ha potuto seguire gli eventi in streaming a causa delle restrizioni per via del Covid. Ora però avevamo proprio bisogno di riscoprire il contatto personale e dare al pubblico la possibilità di parlare con gli attori, con i registi e con gli esperti. Inoltre le premiazioni dei vincitori dei concorsi richiedono la presenza. Come Istess esprimo gratitudine a tutti coloro che hanno collaborato e che hanno dato vita a questa edizione, non ci siamo mai fermati in 16 anni e siamo già pronti per il prossimo anno. Ringrazio, inoltre, il vescovo Piemontese che sposa creativamente il Festival, dando idee e consigli sul titolo, sui contenuti e sul logo. Il Festival nasce per interpretare la storia contemporanea della nostra città e del mondo, interpretata attraverso linguaggio filmico. La Pandemia infatti quest’anno è stata sviscerata dai concorrenti nelle loro produzioni e il messaggio del Festival ci richiama proprio ad una interconnessione».

L’uguaglianza fra i popoli

Il Festival, secondo il vescovo Giuseppe Piemontese, «è uno degli aspetti più significativi del programma pastorale della nostra diocesi. Una frontiera, punto di dialogo e incontro soprattutto con giovani. Questo ci riempie di responsabilità e della volontà di continuare e porre in essere questo Festival che deve lasciarsi ispirare dal suo titolo, ‘Popoli e religioni’ e dalle sue prospettive che papa Francesco in questi ultimi anni ha consegnato alla comunità enciclica con ‘Fratelli tutti’ in cui ricorda al mondo che gli uomini e le donne sono fratelli e sorelle senza distinzione o con ‘Laidato sii’ dove popoli e religioni convivono. Temi che a mio avviso vanno approfonditi nel Festival. Il sottotitolo di questa seconda parte è ‘seconda dose’, un chiaro riferimento al vaccino, ma vorrei suggerire anche ‘sessione primaverile’ dato che il Festival ormai è diviso in due parti e mi augurio che questo metodo rimanga anche per le prossime edizioni».

La nuova formula

«Grazie al Festival – ha detto in conclusione il direttore artistico Arnaldo Casali – abbiamo la possibilità di incontrare e conoscere da vicino le realtà di popoli lontani, siamo infatti gemellati con il Festival in Armenia ad esempio. Ci sembra un modo di costruire una pace a livello pratico. La tragedia, l’ostacolo, ovvero il Covid, ci ha migliorato e ha reso questo festival più bello, più grande, più intenso. Non abbiamo mollato e abbiamo raddoppiato. Non lo abbiamo sfidato, ma abbiamo cercato di capire cosa noi potevamo fare per affrontarlo al meglio. Grazie agli eventi in streaming siamo stati veramente un Festival nel mondo, raggiungendo tutti grazie al potere del web. Come consigliato dal vescovo vorremmo mantenere anche in seguito la doppia sessione per sfruttare gli eventi all’aperto nella sessione di primavera».

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