Terni, focus bullismo: «Lotta senza tregua»

Il tema affrontato nel seminario dell’Unione giuristi cattolici: «Cellulari e chat, spesso una scusa per non dirsi le cose in faccia»

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Bullismo e cyberbullismo analizzati a 360 gradi, dagli aspetti giuridici a quelli sociali, psicologici, di prevenzione e contrasto a fenomeni frequenti fra i giovani e che rischiano di causare danni irreparabili, tanto alle vittime quanto a chi li mette in atto. Il tema è stato approfondito sabato mattina nel seminario organizzato dalla sezione di Terni dell’Unione giuristi cattolici italiani a palazzo Gazzoli, destinato agli studenti del liceo classico e artistico e che ha visto la presenza di relatori esperti.

«PERCHÈ IL BULLO È UN CONIGLIO» – VIDEO

Il magistrato Da un punto di vista giuridico-legale il sostituto procuratore Elisabetta Massini si augura che «il bullismo non diventi un’autonoma fattispecie perché le norme esistenti ci sono e sono sufficienti per qualificare i fatti come diffamazioni, minacce, atti persecutori e via dicendo». Ma il magistrato mette in guardia: «Siate attenti – rivolto agli studenti – quando utilizzate gli strumenti informatici perché si tratta di un terreno giuridicamente disciplinato, sia in ambito civile e quindi risarcitorio, che penale. Ciò che fate non si cancella con un clic: l’informatica si evolve ma anche gli strumenti investigativi. L’uso delle tecnologie può essere assolutamente positivo ma anche negativo. E questi strumenti non devono sostituire la comunicazione diretta fra persone: una cosa importante detta attraverso dei ‘messaggini’ spesso rappresenta un modo per rifugiarsi dietro ad uno schermo, evitando il contatto con l’altro e quindi di assumerci la responsabilità di ciò che diciamo. Parlarsi guardandosi negli occhi è più difficile ma è sempre motivo di accrescimento».

Estorsioni e ‘sexting’ Dal punto di vista dei reati, Elisabetta Massini ha spiegato che «è in corso di approvazione in parlamento una legge che prevede il ricorso ad un ‘ammonimento’ del questore nel caso di episodi di bullismo informatico, analogamente allo stalking. Altri fronti su cui la battaglia va portata avanti sono quelli legati a episodi di estorsione, spesso originati dal cosiddetto ‘sexting’, ma anche all’acquisto di materiali e oggetti di provenienza illecita. Le tecnologie non sono un gioco ma vanno usate con la testa, tenendo conto che spesso non sappiamo bene chi ci sia dietro ad un computer o ad uno smartphone, né tanto meno le sue vere intenzioni».

La polizia di Stato Il dirigente della squadra Mobile di Terni, Alfredo Luzi, ha spiegato che «il bullo ha bisogno di ‘gregari’ e fiancheggiatori, che assistono agli episodi spesso ridendo o facendo finta di nulla, in grado di renderlo più forte. Gli episodi possono avvenire tanto all’interno quanto fuori dalla scuola, quando i ‘bulli sono liberi dal controllo dell’adulto e si sentono più forti». Sul piano investigativo il dirigente ha spiegato che «le forze dell’ordine hanno specifiche sezioni e competente per individuare con certezza i responsabili degli episodi di bullismo informatico che portano con sé conseguenze penali e non solo. I casi si cronaca sono di fronte agli occhi di tutti noi e purtroppo fra le vittime c’è anche chi si è tolto la vita». Poi, su un piano più sociale: «In pizzeria, nei locali, vedo tavolate di adolescenti che stanno insieme ma non si parlano fra loro perché hanno gli occhi sempre sul telefonino. Se potessi, ve li farei sparire in un colpo solo e magari vi rendete conto che chi avete seduto accanto può essere interessante e simpatico, un amico». Il discorso è poi finito su ‘Snapchat’ che consente di inviare messaggi in grado di cancellarsi automaticamente senza lasciare tracce: «Le app si evolvono – ha detto Alfredo Luzi – ma ciò non vi esenta dalle responsabilità e dalle conseguenze di ciò che fate».

Lo psicologo Maurizio Bechi Gabrielli, psicologo della Usl Umbria 2 specializzato in disagio psichico giovanile, ha analizzato il fenomeno nel suo insieme: «Il bullismo è ‘asimmetrico’ perché è il rapporto fra un soggetto più forte ed un altro che non è in grado di difendersi. Mobbing e ‘nonnismo’ sono assolutamente analoghi, nella convinzione dei carnefici di poter agire senza limiti, così pieni di sé e narcisisti. La vittima viene de-umanizzata dal bullo che vuole raggiungere la cima del rango sociale approfittandosi dei più deboli. E il fatto che gli animali lottino con i simili, più forti, per scalare il gruppo, ci fa capire quanto il bullo sia più simile ad un coniglio. Altro che eroe. Tutto ciò avviene spesso e volentieri grazie al pubblico, ai ‘like’ dei gregari: gli spettatori dei maltrattamenti sono complici passivi. Nel cyberbullismo chiunque, con un clic, può diventare protagonista attivo, tutti noi siamo potenziali vittime e potenziali carnefici».

Il premio a Chiara Pellegrini

Le conclusioni del seminario, durante il quale l’avvocato Nicola Molè ha consegnato un riconoscimento alla direttrice del carcere di Terni, Chiara Pellegrini, sono state curate dall’avvocato Ermanno Ventura (presidente del Movimento Cristiano Lavoratori di Terni) e dall’avvocato Diego Piergrossi, presidente del’Unione giuristi cattolici ‘Tommaso Moro’ di Terni. L’evento, a cui ha collaborato la dirigente scolastica Roberta Bambini, si è svolto con il contributo di Terzo Settore Onlus e con il patrocinio del Comune di Terni, della Prefettura e della polizia di Stato.

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