Terni, Comune prova a far cassa in via Cavour. Ma c’è nodo Mibact

Si tratta di un locale commerciale in una palazzina realizzata oltre 70 anni fa: base d’asta da oltre 62 mila, approvato il bando. I problemi non mancano

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di S.F.

Sarà difficile che qualcuno spenda una cifra del genere per investire su un fabbricato commerciale in un momento del genere. Specie a Terni, dove già la situazione pre Covid non era delle migliori e le chiusure delle attività negli ultimi mesi sono incrementate. Fatto sta che palazzo Spada ha intenzione di far cassa provando a vendere un locale – in passato c’è stato il bar Meeting point, poi trasferitosi oltre cinque anni fa in largo Ottaviani – al civico 109 di via Cavour, in centro, per una superficie reale complessiva di circa 47 metri quadrati: approvato, ma non pubblicato, il bando per l’alienazione da parte della direzione attività finanziarie. Di mezzo c’è tuttavia il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

LA SCHEDA TECNICA CON IL VALORE AL 2015

Il civico 109 è il locale interessato

Si prova la vendita

L’immobile si trova a pochi metri dall’incrocio con via del Leone: c’è un piano terra da poco più di 40 metri quadrati ed uno interrato per il magazzino di 6,75. È inserito nel piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari da tempo e ora il valore è sceso ancora: la base d’asta è fissata a quota 62 mila 373 euro e l’eventuale aggiudicazione ci sarà a favore di chi presenterà l’offerta più vantaggiosa, senza possibilità di ribasso. I problemi non mancano, a partire dalla necessità dell’aggiornamento catastale per la planimetria: «La stipula dell’atto definitivo sarà condizionata dall’esecuzione a cura e spese dell’aggiudicatario», viene specificato. C’è anche altro.

IL BANDO APPROVATO DAL COMUNE PER L’ALIENAZIONE

L’accesso e il Mibact 

La struttura è in muratura portante intonacata e, al momento, «non ha un accesso indipendente poiché l’affaccio su via Cavour è costituito da una vetrina trattandosi di un locale ad uso commerciale che, nell’ultima locazione, era unito al locale limitrofo, al quale ha accesso da due aperture interne». E dunque l’eventuale aggiudicatario «dovrà effettuare, a sua cura e spese, tutti i lavori necessari al ripristino dell’accesso al civico 109 e del muro di separazione con l’adiacente locale di proprietà privata». E l’investimento sale. C’è inoltre il nodo legato al ministero perché la palazzina è stata realizzata oltre 70 anni fa: è in corso la verifica per l’interesse culturale. Cosa succede se venisse qualificato come bene sottoposto a tutela e il Mibact non autorizzasse la vendita? «L’amministrazione non procederà alla definitiva aggiudicazione». Una serie di paletti non di poco conto. A chiudere il cerchio c’è il deposito cauzionale da oltre 12 mila euro. Per ora è stata approvata la documentazione senza scelta della data per l’asta.

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