Terni, il M5S: «Chi ha finanziato il sindaco?»

Nuovo attacco di Thomas De Luca nei confronti di Leopoldo Di Girolamo: «Non ha pubblicato nulla riguardo ai finanziamenti elettorali»

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di Thomas De Luca
Consigliere comunale M5S Terni

“L’amministratore deve rendere pubbliche con cadenza annuale tutte le fonti di finanziamento politico regolare”. Questo recita l’articolo 12 della Carta di Pisa, approvata dal sindaco tramite la delibera di giunta n°67 del 2014.

È già passato un anno e mezzo dalle elezioni e Di Girolamo non ha pubblicato nulla riguardo ai finanziamenti elettorali.

In terza commissione è in attesa di discussione un atto di indirizzo, depositato il 7 maggio 2015, presentato dal consigliere Enrico Melasecche, avente per oggetto “Necessità di trasparenza inerente la doverosa pubblicazione da parte del sindaco dei documenti di spesa inerenti i finanziamenti diretti ed indiretti ottenuti per sostenere le proprie campagne elettorali”, che ha portato la discussione e il dibattito su questo tema.

Noi pretendiamo che il sindaco pubblichi il suo rendiconto elettorale e quello delle liste che lo hanno sostenuto sul sito istituzionale del Comune, sotto la voce amministrazione trasparente.

Nei rendiconti dei candidati inoltre, vengono elencati dei servizi prestati dalla lista senza che ci sia l’obbligo di legge di dover documentarne la provenienza. Cosa che a nostro avviso implica una grave mancanza di trasparenza.

Andiamo oltre. L’articolo 12 della Carta di Pisa prosegue con “L’amministratore deve astenersi dal ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno alla propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione”.

Ci chiediamo se chi ha finanziato la campagna elettorale di Di Girolamo faccia parte dei soggetti sopraelencati. Questo scenario sarebbe di una gravità senza precedenti.

Una cosa è certa, c’è una questione morale che è andata molto oltre rispetto a quella definita da Enrico Berlinguer 30 anni fa come «l’occupazione delle istituzioni da parte dei partiti».

Oggi siamo di fronte ad una occupazione sistematica delle istituzioni da parte di interessi privati e necessità estranee all’interesse pubblico, istituzioni ricolme di conflitti d’interesse.

Noi pretendiamo che il tavolo sulla trasparenza approvato dalla giunta, ben un anno e mezzo fa, venga convocato in seduta pubblica e aperta.

 

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