Terni, il Pd e la giunta: il rimpasto si fa a rate?

Si ridefiniscono gli equilibri interni al partito e il sindaco potrebbe decidere per una strategia di cambiamento a tappe

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Verifica, rimpasto, dimissioni. Pure qualche accenno polemico. Ma alla fine della fiera, la direzione comunale del Partito Democratico di Terni, lunedì sera, è finita senza grandi clamori. Anche se le posizioni si stanno delineando con sempre maggiore chiarezza.

Le posizioni Se da una parte c’è chi, come il vice presidente della giunta regionale Fabio Paparelli, dice che «una verifica di giunta non sarebbe scandalosa», dall’altra c’è il presidente della seconda commissione del consiglio regionale, Eros Brega, che ritiene «opportuno proseguire sulla base delle scelte fatte dopo le elezioni amministrative». In mezzo ci sono le posizioni di chi, proprio dalle elezioni del 2014 ad oggi, ha anche avuto tempo per metere a punto la propria posizione. Tipo Valdimiro Orsini, secondo il quale «occorre dare un segnale chiaro alla città, cambiando la composizione della giunta», o Fabio Narciso, che si ‘limita’ a chiedere «un cambio di passo nell’azione amministrativa».

Rapporti di forza Le interpretazioni – fuori e soprattutto dentro il Partitito Democratico – sono univoche: le posizioni sono la chiara espressione di un riequilibrio interno, avvenuto nei mesi e tutt’ora in corso. Con la ‘pattuglia’ dei consiglieri comunali che fanno in qualche modo riferimento ad Eros Brega che si sta assottigliando – con relativo minor supporto a quegli assessori (Ballerani, Andreani e forse Riccardi) vicini al cuore del presidente della commissione regionale – e che per questo frena; mentre cresce il potere di intercetto da parte del vice presidente della giunta regionale, il quale – seppur senza forzare la mano – insiste per la verifica.

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo – come sempre – non mostra di essere scalfito dalle schermaglie: ascolta, prende appunti, annuisce e poi farà sapere. Probabile che prenda corpo una strategia divisa in due tempi: un primo passo – già trapelato – potrebbe essere quello dell’assegnazione di due mini-deleghe ad altrettanti consiglieri comunali, sul modello di quella già detenuta da Silvano Ricci (Sel) alla cooperazione internazionale.

Consiglieri delegati Saverio Lamanna e Faliero Chiappini (entrambi eletti nella lista civica ‘del sindaco’, Città Aperta) potrebbero essere delegati dal sindaco ad occuparsi di sanità e di sviluppo economico. Per il momento. Poi, magari più avanti, si potrebbe riaprire la partita relativa alla sostituzione di qualche assessore.

Le dimissioni Le dimisioni di Valeria Masiello dalla segreteria del partito, intanto, sembrano destinate a rientrare: la consigliera comunale aveva detto di volersi dedicare con ancora maggiore attenzione all’attività amministrativa. Ma forse ci ripensa.

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