Terni, il Pd e la ‘sindrome’ regionali

Govedì sera l’assemblea comunale potrebbe essere chiamata ad esaminare le dimissioni del segretario

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di M.T.

E adesso c’è pure chi, tra il serio e il faceto, tira in ballo la sindrome del post-regionali. Già, perché con quelle di quest’anno potrebbero essere tre – il ‘non c’è due senza tre’ ci starebbe tutto – le elezioni regionali che, sia pure indirettamente, determinano il cambio di titolare della poltrona di segretario ternano del Partito Democratico.

I precedenti Nel 2005, si ricorda, prima del voto il segretario era Gianluca Rossi: dopo arrivò Roberto Montagnoli. Nel 2010, dopo il conteggio dei voti, Montagnoli lasciò il posto ad Andrea Delli Guanti. Che adesso, anno 2015, dovrebbe farsi – a sua volta e per scelta – da parte. Azzerando automaticamente anche tutta la segreteria comunale, visto che l’ha scelta lui.

La segreteria La ‘squadra’ di Delli Guanti, le cui sorti dipendono dalla sua decisione è composta da Andrea Agnetti, Sergio Catanzani, Fabio Ferranti, Francesco Filipponi, Antonello Fiorucci – che ha già dato le dimissioni di suo, prontamente accettate dal segretario – Luca Malerba, Valeria Masiello, Jonathan Monti, Mattia Nannurelli, Francesca Olivieri, Leonardo Patalocco e Daniela Pimponi. Più il tesoriere Francesco Boria.

Gli scenari Nel caso in cui Andrea Delli Guanti abbia effettivamente intenzione di dimettersi da segretario comunale, quello che potrebbe succedere è, più o meno, questo. Ipotesi uno: l’assemblea gli chiede di restare. Ipotesi due: l’assemblea accetta le dimissioni. Nell’ipotesi uno, si è scherzato. Nell’ipotesi due, si fa sul serio: l’assemblea – che resta in carica e nel pieno delle sue funzioni – avvia quello che, in gergo, si definisce ‘il percorso’.

Il congresso La presidente – Maria Grazia Proietti – potrebbe decidere di riconvocare l’assemblea comunale con un solo punto all’ordine del giorno: l’elezione del nuovo segretario. Per tale elezione servono i voti dei due terzi dei membri dell’assemblea stessa. Tra le ipotesi che si fanno strada, peraltro, c’è anche quella relativa ad un congresso straordinario – quello ‘ordinario’ sarebbe in programma nel 2016 – e qui la faccenda potrebbe un tantino complicarsi.

La ‘reggenza’ Perché organizzare un congresso, mica è una roba che basta schioccare le dita e tutto è pronto. Tanto più che, oltre a quella ternana, c’è pure la questione orvietana – con il partito alle prese con la grana-Galanello – da tenere in considerazione. E poi perché puntare al congresso potrebbe far sì che si ponga il problema della ‘reggenza’ – parlare di commissario pare brutto – del partito. Il reggente – l’articolo maschile non presuppone che si pensi a qualcuno in particolare – avrebbe il compito di guidare il Pd ternano nella fase di interregno, ma – le schermaglie, anche ‘social’, stanno lì a dimostrarlo – il timore è che questo interregno possa essere sfruttato per una sorta di ‘battaglia di posizionamento’.

Il dibattito E con questi, e molti altri, interrogativi che giovedì sera – è stato scelto un albergo cittadino con aria condizionata sicuramente funzionante – che l’assemblea del Partito Democratico andrà in scena. Inizierà di sicuro con un segretario in carica, ma anche con tante scarpe piene di sassi.

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