Terni, imprese ‘rosa’: si sfiora quota 6 mila

Un’azienda su quattro del territorio (26.6%) è guidata da una donna. Crescita nel settore terziario, giù agricoltura e manifatturiero

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Un’impresa su quattro in provincia di Terni è guidata da una donna. Questo il dato aggiornato al 31 dicembre 2015 da parte dell’ufficio informazione economica della Camera di commercio: raggiunta quota 5 mila e 960 su un totale di 22 mila e 355, pari ad un tasso di femminizzazione del 26.6%. Ben più elevato rispetto alla media nazionale del 21.7%.

Il trend ternano traina il resto della regione, che raggiunge una percentuale di imprese ‘rosa’ del 24.8%. I dati rilevano che dal 2009 (al 30 giugno erano 5 miola e 857) al 31 dicembre 2015 c’è stato un aumento di 103 imprese: in particolar modo le aziende di servizi sono cresciute da 3 mila e 724 a 3 mila e 797, mentre sono diminute quelle relative al settore primario (da 1360 a 1308), manifatturiero e costruzioni (da 642 a 542).

Nel terziario l’incremento ha coinvolto tutti i reparti ad eccezione del commercio al dettaglio (da 1834 a 1743). Le aziende legate al turismo sono passate da 466 a 534, quelle in riferimento a sanità ed assistenza sociale da 114 a 129.

Nel profilo giuridico si conferma la maggioranza di ditte individuali (il 31.5% sul totale), quindi le cooperative e i consorzi (23.9%), le società di capitali (20.8%) e le società di persone (19.8%).

Imprese ‘rosa’ e disoccupazione Giuliana Piandoro, segretaria generale della Camera di commercio, spiega che tra il «2009 e il 2015 è aumentata fortemente la disoccupazione sul nostro territorio, che ha perso oltre 3 mila posti di lavoro, ma è anche il periodo in cui sono cresciute molto le imprese nei settori dei servizi e del terziario più in generale. Letti insieme, questi dati ci dicono che una buona parte delle nostre imprese femminili sono una risposta ad una carenza di lavoro dipendente».

Improvvisazione Piandoro sottolinea che «proprio per questo abbiamo indirizzato le nostre politiche degli ultimi anni verso un rafforzamento della formazione del capitale umano, in primo luogo degli imprenditori e delle imprenditrici per contrastare un improvvisazione imprenditoriale pericolosa per la nostra economia. Sul fronte degli stanziamenti economici ricordo che è stata rifinanziata la legge regionale sull’imprenditoria giovanile ed entro gennaio gli aspiranti imprenditori possono presentare domanda. Per le donne che vogliono fare impresa il limite d’età è elevato a quaranta anni. Anche in questo caso per un primo orientamento è possibile rivolgersi in Camera di commercio all’ufficio promozione».

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