Terni, ‘Mastro birraio’: 4 condanne e 2 patteggiamenti

Sentenza del giudice Ianniello che ha accolto le richieste del pm Viggiano. L’inchiesta antidroga era stata condotta dai carabinieri

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Due patteggiamenti e quattro condanne, dopo che altri, in precedenza, avevano già patteggiato oppure optato per il rito ordinario. Questo l’esito dell’udienza che si è tenuta mercoledì di fronte al giudice Rosanna Ianniello, relativa all’indagine antidroga denominata ‘Mastro Birraio’ e che, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Terni e dal sostituto procuratore Matthias Viggiano, aveva portato – nel luglio del 2020 – a 9 arresti e 3 indagati a piede libero, per un totale di 12 persone coinvolte.

L’INDAGINE ‘MASTRO BIRRAIO’: 9 ARRESTI

La sentenza

Il tribunale ha sostanzialmente accolto le richieste formulate dal pm Viggiano, condannando – con le modalità del rito abbreviato – il 33enne tunisino Said Mounir Aouled a 5 anni di reclusione, il 47enne Massimo Spadini a 4 anni e 4 mesi, il 30enne marocchino Moussa Souki a 2 anni e 9 mesi e il 48enne Claudio Natalizi a 3 anni. Patteggiamenti per il 49enne Daniele Barbanera (2 anni e 10 mesi) e per il 27enne marocchino Gueddad Moncif (2 anni). Gli imputati erano difesi, fra gli altri, dagli avvocati Francesco Mattiangeli, Federica Bigi, Daniela Paccoi e Daniela Cecchetti. Probabile, per chi ha subito una condanna, l’impugnazione della sentenza in appello.

L’indagine

Attraverso ‘Mastro Birraio’ l’Arma ternana aveva portato alla luce un sodalizio fra alcuni spacciatori locali ed altri, per lo più nordafricani, documentando circa 250 cessioni di stupefacenti – eroina, cocaina e hashish – in alcune zone cittadine, soprattutto parchi pubblici. Dalla cosiddetta ‘zona Capri’, fra Santa Maria Maddalena e l’Ast, al parco di viale Trento, dal parco Rosselli – pur chiuso da anni – ai percorsi lungo il fiume Nera fra via del Cassero e San Martino. Il nome prende spunto da quelli che gli spacciatori usavano per chiamare la droga, con l’obiettivo di sfuggire all’orecchio degli inquirenti: la cocaina diventava ‘birra’, l’hashish ‘cioccolata’ e poi nomi femminili: ‘Roberta’ per l’eroina e ‘Cristina’ come altro sinonimo della cocaina.

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