Terni, morte al Cmm: «Vogliamo la verità»

Interrogazione parlamentare del M5S sulla morte, tre anni fa, di Moreno Francesconi

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Sono passati quasi tre anni, da quel 30 dicembre del 2012. Quella notte, Moreno Francesconi morì – da solo – all’interno del Centro Multimediale di Terni. Aveva 57 anni, Moreno Francesconi e il figlio Niccolò non ha mai smesso di cercare la verità, anche perché l’uomo lavorava da solo in quell’edificio immenso. Tanto che il suo cadavere venne rinvenuto solo molte ore dopo la morte. Ora alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle chiedono che sia il ministro dell’interno a fare piena luce.

di Tiziana Ciprini, Filippo Gallinella, Davide Tripedi, Silvia Chimienti, Claudio Cominardi, Matteo Dall’Osso e Roberta Lombardi
Parlamentari del Movimento 5 Stelle

Per sapere

Premesso che: il 30 dicembre 2012, all’interno dei locali dello stabile CMM (Centro multimediale) sito in via D. Giovanni Bosco a Terni, veniva rinvenuto privo di vita il lavoratore Moreno Francesconi di anni 57 dipendente della Athena scrl, il quale stava prestando servizio di vigilanza con orario 20,00-8,00;

il corpo senza vita veniva scoperto dal figlio la mattina del 30 dicembre, intorno alle ore 9,30, esclusivamente in conseguenza di una iniziativa personale dello stesso che, preoccupato per il mancato rientro del padre, si attivava al fine di verificare dove si trovasse;

per accedere ai locali in cui si trovava il corpo del padre, il figlio doveva chiedere le chiavi dei locali del CMM a un collega del padre, il quale gliele avrebbe consegnate presso la propria abitazione;

a seguito del decesso dell’uomo la divisione amministrativa della questura di Terni avviava nel luglio 2013 un’indagine sulla vicenda che, secondo quanto riportato dalla stampa, portava alla denuncia per esercizio abusivo di attività di vigilanza ex articolo 134 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: «Le contestazioni parlano di “esercizio abusivo dell’attività di vigilanza”. La legge (ex articolo 134 Tulps) prevede che, durante l’orario notturno o di chiusura al pubblico, l’attività di custodia di beni immobili e mobili sia affidata esclusivamente alle guardie giurate, ovvero personale qualificato, sottoposto a specifici controlli preventivi di polizia che ne accertino il requisito di buona condotta»;

il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza prevede che l’attività «di custodia beni immobili e dei beni mobili in esso contenuti» sia affidata «durante l’orario notturno o di chiusura al pubblico» esclusivamente alle guardie giurate, e che gli enti committenti del servizio sono tenuti ad accertare che chi svolge l’attività di vigilanza debba essere regolarmente in possesso di autorizzazione prefettizia;

gli stabili del CMM sono di proprietà del comune di Terni ed erano gestiti, al momento dei fatti, dalla partecipata regionale U.S.I. Umbria Servizi Innovativi spa;

sulla morte del lavoratore ha pesato fortemente la mancanza di soccorso tempestivo, un servizio di controllo di 12 ore in orario notturno senza centrale operativa;

la vigilanza privata è l’attività di uomini e mezzi che operano per la sicurezza di beni e/o enti pubblici o privati, e non estende la propria tutela alle persone, funzione di esclusiva competenza delle forze di polizia;

una prima regolamentazione all’attività di vigilanza privata fu quella relativa alle guardie particolari giurate, con la legge 21 dicembre 1890, n. 7321, che all’articolo 45 stabiliva: «I comuni, i corpi morali e i privati cittadini possono destinare guardie particolari alla custodia delle loro proprietà, le guardie particolari devono possedere i requisiti determinati dal regolamento, essere approvate dal Prefetto e prestare giuramento innanzi al Pretore. I loro verbali nei limiti del servizio cui sono destinate, faranno fede in giudizio sino a prova contraria»;

le disposizioni legislative principali, pur con successive modifiche e chiarimenti, che regolano ancora oggi la vita ed i rapporti giuridici degli istituti di vigilanza privata italiani e delle guardie giurate sono: il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (articoli 133 a 141); il regio decreto-legge 26 settembre 1935, n. 1952, convertito dalla legge n. 508 del 1936 (articoli 1 a 6); il regio decreto-legge 12 novembre 1936, n. 2144, convertito dalla legge n. 526 del 1937 (articoli 1 a 6); il regolamento per l’esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 (articoli 249 a 260); il decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 101 del 2008, che ha modificato l’articolo 138 del testo unico, per cui ora anche la guardia particolare giurata, che lavori alle dipendenze di un istituto di vigilanza privato, è qualificabile un «incaricato di pubblico servizio» (articolo 4); il decreto del Ministro dell’interno n. 269 del 2010;

nonostante gli interventi legislativi, anche recenti, sono segnalate lacune nell’osservanza degli stessi;
i servizi tipici offerti dagli istituti di vigilanza consistono principalmente nel piantonamento, servizio ispettivo, trasporto valori, custodia beni e valori, localizzazione satellitare, teleallarme, telesoccorso e videosorveglianza;
gli agenti addetti all’attività di vigilanza privata, pur non essendo obbligati, vivono spesso situazioni di pericolo, rischiando la vita;

risulta da fonti di stampa che le indagini condotte dalla divisione amministrativa della questura di Terni avrebbero portato alla denuncia dei titolari dell’agenzia di vigilanza per cui l’uomo lavorava, per presunte violazioni relative al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza:

se il Ministro sia a conoscenza dei fatti descritti;

se sia vero che il signor Moreno Francesconi fosse privo della qualifica di guardia giurata;

se sia vero che la società (…) per la quale il dipendente deceduto prestava servizio e il dipendente medesimo fossero privi della licenza e del decreto prefettizio per esercitare l’attività di vigilanza privata e per quale motivo lo stesso si trovasse nei locali del CMM nella notte del 30 dicembre 2012;

se non ritenga doveroso, alla luce dei fatti descritti in premessa, porre in essere le opportune iniziative di a competenza e verificare il rispetto della normativa di legge prevista dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, anche in tema di affidamento del servizio di vigilanza nel caso di specie, per accertare tutti gli aspetti di questa triste vicenda;

se il Ministro interrogato non intenda verificare l’attuazione e il rispetto delle normative vigenti su tutto il territorio nazionale da parte degli organismi preposti.

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