Terni, ospedale: salvi in due grazie all’Ecmo

La procedura di ossigenazione extracorporea a membrana ha salvato la vita a due uomini di 58 e 36 anni

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Procedura di ossigenazione extracorporea a membrana, la Ecmo, tecnica di circolazione che rappresenta un’evoluzione della metodica di bypass cardiopolmonare e di supporto vitale dell’apparato respiratorio e cardiaco in caso di una grave insufficienza funzionale di uno o entrambi gli apparati. Grazie a questo trattamento due pazienti dell’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, un 58enne e un 36enne, sono stati salvati. Al lavoro il reparto della terapia intensiva post operatoria cardiochirurgia diretta da Fabrizio Armando Ferilli, con la collaborazione del direttore del dipartimento cardio toraco vascolare Alessandro Pardini e del direttore della struttura complessa di anestesia e rianimazione Lorenzina Bolli.

Il 58enne era affetto da shock cariogeno per un grave infarto miocardico: dopo 18 giorni di trattamento Ecmo ha recuperato la funzionalità cardiaca con una terapia farmacologica mirata ed è ora in buone condizioni cliniche.

Il paziente più giovane invece era immunodepresso con insufficienza respiratoria acuta a causa di una grave forma di polmonite virale: ventisette giorni di procedura Ecmo – ha funzionato da ‘polmone artificiale’ – consentendo al 36enne di sopravvivere e recuperare la totale funzione respiratoria.

Risultati di massimo rilievo «La gestione – le parole del direttore generale Maurizio Dal Maso – dei pazienti in Ecmo è complessa e non è esente da complicanze improvvise, gravi e talvolta fatali. Per questo siamo di fronte a due risultati molto realizzati non soltanto grazie all’alta tecnologia disponibile, ma anche grazie alla stretta collaborazione tra i professionisti delle varie strutture sanitarie coinvolte, cardioanestesia, cardiochirurgia e rianimazione, a cui va il sentito ringraziamento della direzione aziendale, unitamente – chiude Dal Maso – a tutto il personale infermieristico della Terapia intensiva post operatoria cardiochirurgia».

La tecnica «Sostituisce le funzioni del cuore e del polmone danneggiati da una malattia acuta – spiega il dottor Fabrizio Armando Ferilli – In questo modo il cuore e il polmone possono essere messi “a riposo” e, grazie alle cure e al trattamento farmacologico più indicato,  recuperare una funzionalità adeguata raggiunta la quale il trattamento si sospende. Tale tecnica si effettua tramite una pompa che supporta il cuore (cuore artificiale), un ossigenatore a membrana che integra o sostituisce temporaneamente la funzione del polmone (polmone artificiale) e due cannule che prelevano ed infondono il sangue ossigenato».

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