Terni, parco Cardeto: via gli alberi pericolosi

Ordinanza del sindaco dopo il sopralluogo del 9 febbraio: abbattimento di pini d’Aleppo, abete rosso, cedro e olmi ‘malati’

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Tre pini d’Aleppo, un abete rosso, un cedro e tutti gli olmi secchi o in avanzato stato d’attacco da grafiosi (una malattia che aggredisce questo genere di alberi; ndr), per iniziare. Con quindici giorni di tempo per procedere: nuovo step nella tormentata storia della riqualificazione del parco Cardeto ‘Galigani’, con l’ordinanza del sindaco Leopoldo Di Girolamo che impegna la Parco Cardeto s.r.l. ad abbattere gli alberi ritenuti pericolosi, ma non solo. L’atto fa seguito al sopralluogo in loco effettuato lo scorso 9 febbraio alla presenza del responsabile unico del procedimento, Federico Nannurelli.

PARCO CARDETO, STALLO SUGLI ALBERI

Stabilità precaria L’abbattimento è dovuto, si legge nell’ordinanza firmata dal primo cittadino, a causa «di alcune alberature che presentano condizioni di stabilità precarie a causa del sito di radicamento», mentre altre sono «in pessime condizioni fitosanitarie». E dunque si procede con il taglio a tutela dell’incolumità pubblica dei lavoratori impegnati nel parco, oltre ad eliminare il pericolo di danneggiamento delle opere in costruzione. I pini d’Aleppo si trovato su una piccola scarpata a fianco della recinzione, sbilanciate sul prato sottostante; per quel che concerne il cedro – capitozzato dai vigili del fuoco – l’ordinanza fa riferimento a quello danneggiato – caduta della parte apicale – in conseguenza del forte temporale di ottobre; infine l’abete rosso, ubicato in prossimità della palazzina ristorante (in costruzione) ed a rischio crollo. Quest’ultimo, specifica il documento, è stato danneggiato a seguito dei lavori di scavo effettuati dal concessionario.

L’ORDINANZA PER L’ABBATTIMENTO

Sandro Citarei

Ulteriori criticità e indennizzi La Parco Cardeto, tramite un tecnico specializzato, dovrà inoltre provvedere a verificare eventuali ulteriori criticità non emerse durante il sopralluogo del 9 febbraio. Nell’ordinanza viene sottolineato come «laddove si siano già verificati scortecciamenti al tronco degli alberi, fatta salva la condizione che se gli stessi costituiscono un danneggiamento, possono essere sottoposti a sanzione amministrativa ai sensi della normativa vigente in materia; il concessionario dovrà incaricare immediatamente un tecnico competente ad individuare l’intervento più idoneo da realizzare per evitare/limitare danni agli alberi stessi». Nel caso dell’abete rosso infatti – danneggiato in seguito agli scavi – il concessionario dovrà corrispondere un indennizzo per la necessità di procedere al taglio, «corrispondente alla perdita del valore ornamentale secondo il ‘metodo svizzero’».

Federico Nannurelli, il rup

Contrasto alle indicazioni Non solo. Il Comune mette in evidenza come, durante il sopralluogo, sia stata «evidenziata la necessità di rimuovere tutto il terreno accumulato a ridosso di alcuni alberi, fino ad inglobarli completamente all’interno; detta modalità operativa è stata attuata in contrasto alle indicazioni contenute nella nota del 5 agosto 2013 e pertanto il concessionario dovrà provvedere immediatamente alla sua rimozione avendo cura di non danneggiare con i mezzi meccanici gli alberi sia nella parte aerea che interrata». In definitiva palazzo Spada ha rilevato la necessità di «eliminare i pericoli in atto segnalati a tutela della pubblica incolumità al fine di completare i lavori in corso senza ulteriori ritardi addebitabili a questa amministrazione».

L’intervento del 115 in via Radice lo scorso 26 ottobre: cedro danneggiato

Le disposizioni Abbattimento (in due settimane), verifica delle alberature rimanenti, rimozione del terreno accumulato a ridosso di alcuni alberi, piantagione di quelli prescritti nell’autorizzazione del 3 giugno 2013 e manutenzione ordinaria – compresi gli arbusti – per garantire un corretto sviluppo e limitare gli interventi straordinari. E un un’ultima indicazione per il concessionario: «Qualora si riscontrasse fra le fronde degli alberi da abbattere la presenza di nidi attivi, si consiglia di darne immediata notizia alla sezione ternana del Wwf, disponibile a collaborare per la risoluzione del caso», a causa delle norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio».

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