Terni: «Qui l’amore non va in prigione»

Nella casa circondariale lunedì è stata inaugurata la ‘Stanza di colloquio per i minori con il genitore recluso’

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di Fra.Tor.

Una stanza a ‘misura di bambino’, per quanto questo possa essere possibile in un luogo come quello. È stata inaugurata lunedì pomeriggio, nel carcere di Terni, la ‘Stanza di colloquio per i minori con il genitore recluso’. In Italia ogni anno, mediamente, entrano nelle carceri circa 100 mila bambini per visitare i propri genitori. A Terni, al 30 settembre, saranno 130 i bambini entrati in visita solo in questo mese.

Incontri con i papà «Lo spazio è stato pensato per quei minori che, ogni giorno, varcano la soglia del carcere per incontrare il papà e rappresenta una risposta ai loro bisogni di bambini e di figli», è stato spiegato lunedì. «È un progetto di sostegno alla genitorialità: una stanza ‘a misura di bambino’ il cui scopo non è distrarre i piccoli dalla realtà e dalla relazione col genitore, ma al contrario è portarli su quella relazione che deve essere favorita in ogni modo».

L’INTERVISTA AL DIRETTORE, CHIARA PELLEGRINI – IL VIDEO

Chiara Pellegrini

Relazione genitoriale «Con la realizzazione di questo spazio – ha spiegato il direttore della Casa circondariale di Terni, Chiara Pellegrini – abbiamo pensato proprio ai bambini. Uno spazio che serve a ricordare a noi tutti che in carcere entrano bambini che vivono particolari emozioni e che è nostro dovere lasciare loro la leggerezza dell’infanzia. Non è soltanto uno spazio materiale, ma un luogo di relazione genitoriale, di legame affettivo. Abbiamo il dovere di sostenere la responsabilità che un genitore deve poter esercitare nei confronti dei propri figli».

Il progetto I lavori per la realizzazione del progetto – possibile grazie al finanziamento dell’amministrazione penitenziaria e al contributo del Soroptimist international club di Terni – sono stati interamente eseguiti dai detenuti che lavorano alla manutenzione del fabbricato. Hanno realizzato le opere di muratura, falegnameria, pittura e impiantistica, gli arredi in legno e l’affresco. Il progetto della stanza è dell’architetto Claudia Grisogli che ha dato il suo apporto a titolo gratuito. I tavoli sono stati realizzati su disegno di Fabiola Vitale, segretaria del club Soroptimist.

Anna Rita Manuali

«L’amore non va in prigione» «L’obiettivo del nostro progetto – ha sottolineato il presidente del Soroptimist club, Anna Rita Manuali – era quello di tutelare e proteggere i bambini e organizzare i servizi a misura dei più piccoli. Volevamo dare loro uno spazio bello che tutelasse la loro innocenza e allo stesso tempo il loro sviluppo. Un ambiente rassicurante e non ostile, ma non estraneo alla struttura. Un logo dove il reato commesso non deve interessare, perché l’amore non va in prigione. Con la realizzazione di questo progetto abbiamo la prova che da un’idea si può realizzare un sogno che poi si fa realtà».

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