Terni Reti, Melasecche: «Nomine e conflitti»

Enrico Melasecche (I love Terni): «Emergono indiscrezioni su possibili familismi inaccettabii e sui quali si deve fare chiarezza»

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di Enrico Melasecche
Capogruppo di ‘I love Terni’ in consiglio comunale

Da settimane la IV Commissione consiliare ha lavorato, come sempre, a temi molto delicati ben individuati dal relativo ordine del giorno. Con rigore ed impegno che vanno riconosciuti a tutti i suoi membri ma a maggior ragione al presidente Federico Pasculli ed a quei consiglieri che credono in quel lavoro spesso duro ed ingrato di indagine soggetto spesso ad altolà, perfino alle classiche frasi: “ma chi te lo fa fare” oppure allo “stai attento alle querele” perché di questi tempi le minacce larvate volano come corvi al tramonto.

La relativa relazione giace all’odg del consiglio e va discussa con la massima urgenza in relazione alle notizie di stampa che, non i giornalisti, ma qualcuno inopportunamente ha fatto trapelare, anticipandole, se vere, di poche ore.

Al di là della scorrettezza evidente di chi forse l’ha compiuta, rimane un problema enorme, perché se i fatti riportati dalla stampa dovessero essere confermati riemerge una gravissima abitudine di questa maggioranza, quella di fare nomine in conflitto di interessi, di gestire appalti che vincono i soliti noti, di prorogarli spesso e volentieri con una scusa o un’altra, di dare incarichi non ai migliori ma a coloro che si sono candidati a favore del sindaco o a loro strettissimi congiunti, e così via dicendo.

Si riconfermerebbe Terni come una “città di gomma”, mutuo l’espressione da persona ben più informata di me, soprattutto riemerge un sindaco che fa nomine di amici che favorirebbero altri amici e parenti in una sorta di catena di S.Antonio (il santo si offenderebbe di certo, come d’altronde S. Valentino cui fa riferimento spesso ma non ne segue valori ed insegnamenti) in cui la morale pubblica di coloro che citano a sproposito Berlinguer appare ben al di sotto della suola delle loro felpate scarpe.

Occorre dire basta, e su questi temi non molti hanno dimostrato in questi anni coraggio, perché la città è stanca e prostrata e non ne può più di nominati, sulla fiducia e sotto la piena e totale responsabilità del sindaco (lui peraltro lo ribadisce), nominati che si approfittano delle proprie posizioni per fare ciò che loro più aggrada. La res publica è diventata da tempo a Terni “cosa nostra”.

Troppa sofferenza c’è in città, troppi giovani e meno giovani disoccupati cercano disperatamente un’occupazione dignitosa e leggere ciò che emergerebbe dalle cronache quotidiane indigna tutti, non ultimi coloro che, delusi, hanno sostenuto la candidatura di Di Girolamo.

Il sindaco risponda in consiglio immediatamente dopo la discussione della relazione della commissione e prenda provvedimenti severi. Se le notizie sono false chi le ha scritte e diffuse ne dovrà rispondere, a tutela anche della onorabilità degli interessati, ma se dovessero essere confermate, ben poche soluzioni rimangono anche a chi ha fama di rimanere attaccato alla poltrona in modo ancor più tenace di una cozza.

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