Terni, rsu Novamont: «Produzioni spostate in altri siti». Tesei in visita al polo chimico

I lavoratori lamentano lo «svilimento» dello stabilimento di Terni per la «scarsa capacità previsionale»

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Torna d’attualità il tema del polo chimico ternano, non solo per la vertenza Treofan, ma anche per la situazione della Novamont che si fa sempre più delicata. Dopo gli impegni per l’intero sito, ribaditi martedì durante la visita del ministro allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, giovedì mattina la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e l’assessore Michele Fioroni hanno varcato i cancelli di piazzale Donegani: all’ordine del giorno c’è un incontro con i vertici di Novamont (tra i quali sembra anche l’amministratrice delegata Catia Bastioli), azienda dove le acque continuano ad essere agitate dopo la ‘cassa’ attivata questa estate. Ma nel pomeriggio è prevista nel sito anche la visita dei rappresentanti di Hgm, la holding del settore delle telecomunicazioni che ha presentato un’offerta per rilevare la Treofan.

Catia Bastioli

I timori

Per quanto riguarda la Novamont, in un comunicato sindacale la rsu aziendale di Filctem Cgil e Femca Cisl esprime «preoccupazione e rammarico per ciò che si sta verificando in questo periodo. A seguito di un mese di luglio con produzioni in ripresa e alcuni indicatori interessanti per quello che si auspicava potesse significare un aumento di produzione anche per il sito di Terni – si legge -, riscontriamo l’ennesima decurtazione di quote produttive allo stabilimento».

Il rebus delle ripartizioni

Le rsu si rendono «perfettamente conto di come la situazione geopolitica influisca sui costi energetici e delle materie prime e, quindi, impatti fortemente sui nostri impianti» e allo stesso tempo capisce «perfettamente quanto il mercato sia volubile e quanto sia necessario inseguirne le dinamiche per rimanere competitivi». «Non riusciamo però a capire come – continuano le rsu di Filctem e Femca – non si riesca minimamente a prevederne il movimento in tempi ragionevoli per ripartire al meglio le produzioni tra i siti. Dopo la fermata forzata dello scorso aprile, dopo l’apertura della procedura di Cigo in luglio, dopo un mese di chiusura degli impianti (in parte dovuti alla necessità di eseguire lavori di manutenzione non eseguiti nell’estate del 2021) adesso parte delle produzioni previste su Terni vengono spostate in altri impianti perché impellenti. Si profila per il nostro sito produttivo, quindi, un periodo di scarsa attività di durata non prevedibile. Come lavoratori del sito di Terni, pur consapevoli di tutte le criticità del momento, di certo a noi non ascrivibili, non possiamo tollerare lo svilimento del sito umbro né di essere nuovamente danneggiati dalla scarsa capacità previsionale. In conclusione, riteniamo fondamentale che il confronto con la direzione aziendale sia ancora più serrato».

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