Terni, segreteria PD: sfida Paparelli-Pardini?

Il vice presidente della Regione starebbe seriamente pensando di candidarsi, mentre il medico-ex senatore è già in campo. Una decisione ‘forte’: il partito ad un bivio

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di M.T.

La tentazione è forte. Anzi, sarebbe già diventata altro. Si sarebbe trasformata in un progetto al quale il vice presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, starebbe lavorando con convinzione. Candidarsi a segretario (il congresso si dovrebbe svolgere entro ottobre) del Partito Democratico a Terni. 

In campo Nemmeno il tempo di registrare le idee che il senatore Gianluca Rossi ha espresso parlando con umbriaOn, che prende corpo un’ipotesi destinata a segnare nel profondo la vita del PD locale e – inevitabilmente – quella della città e del territorio. La discesa in campo di Paparelli, infatti, non sarebbe una questioncella da incasellare tra le ‘beghe interne’, tutt’altro. Perché in ballo c’è l’idea stessa di partito che si vuole affermare all’interno e che si vuole offrire all’esterno. Ma certamente non c’è solo questo. 

GIANLUCA ROSSI: «PATTO PER RINASCERE»

Pardini Chi in campo c’è già, infatti, è il professor Alessandro Pardini – apprezzato cardiochirurgo, ex senatore dell’Ulivo e prima ancora consigliere comunale a Brescia, sua città di provenienza – che piacerebbe molto all’ex presidente del consiglio regionale Eros Brega. Anzi, di più. Perché quella di Pardini segretario comunale del partito sarebbe solo la prima mossa di una partita a scacchi che nelle aspettative dovrebbe concludersi con la sua (di Brega) ascesa al Parlamento. Mentre per il medico, e non certo da oggi, si ipotizza un’altra candidatura successiva. A palazzo Spada.

Eros Brega e Fabio Paparelli

Gli equilibri Dentro il Partito Democratico la discesa in campo di Paparelli, però, non significherebbe solo la radicalizzazione del confronto tra le due anime del partito – e tra i due uomini forti che tengono in mano moltissimi pezzi degli scacchi – ma rimescolerebbe nel profondo alleanze che, in qualche caso, vanno avanti da tempo. E spazzerebbe via le ipotesi – che dall’interno del partito sono state veicolate all’esterno, più o meno in buona fede – di possibile congresso ‘di passaggio’, con la conferma del segretario uscente, Jonathan Monti e conseguente rielezione anche di Carlo Emanuele Trappolino al ‘provinciale’. 

Gli altri Ipotesi che, però, già configgeva con i movimenti che dentro il corpaccione del Partito Democratico ternano si andavano manifestando da parte di coloro i quali stavano già pensando a come impostare la ricerca del consenso. Antonello Fiorucci e Daniele Lombardini (tanto per non fare nomi) e le scuole di pensiero a cui si ispirano, ma anche i segretari di circolo, saranno messi di fronte a scelte decisive: mettersi in gioco lo stesso, sapendo che le possibilità sono quelle che sono, o puntare ad accordi – il termine in questo caso non è usato in forma riduttiva – che permettano magari di avere spazi di manovra futuri. 

LE POSIZIONI EMERSE NEL DIBATTITO INTERNO

Partito al bivio Di sicuro, comunque, la mossa di Fabio Paparelli metterebbe il Partito Democratico davanti ad un bivio e la strada che verrà imboccata non potrà che portarlo in direzioni decisamente distanti l’una dall’altra. Chi punterà su Pardini parlerà di scelta fatta per aprire il partito alla ‘società civile’, mentre chi sceglierà Paparelli lo farà in nome dell’assunzione di responsabilità diretta da parte della più grande forza politica locale nella vita cittadina. La scelta non sarà facile, viste tutte le ricadute che potranno aversi nei prossimi mesi – e anche quelli successivi – che saranno decisivi per il futuro della città e del territorio.

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