Terni, svolta-farmacie: si va sul mercato

Si chiamera FarmaciaTerni e dovrà rendere quattro milioni in dieci anni al Comune

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Intanto il nome: è confermato che si chiamerà FarmaciaTerni. Poi i soldi che dovrà portare nelle casse comunali: quattro milioni, in dieci anni. La giunta comunale di Terni ha dato il ‘via libera’ e, quindi, l’Azienda speciale farmacie comunali (Asfm) va definitivamente in soffitta – cioè, ci andrà quando in consiglio comunale si accenderanno le lucine verdi – e nasce il nuovo soggetto, una ‘società di capitali a respondabilità limitata’ della quale, comunque, palazzo Spada continuerà a detenere il 100 percento.

L’ASSESSORE VITTORIO PIACENTI D’UBALDI ILLUSTRA LA DECISIONE – L’INTERVISTA

I tempi Per fare tutto, dice Piacenti D’Ubaldi, «non credo sarà necessario troppo tempo, perché già dai prossimi giorni l’atto passerà in commissione, per poi essere portato in aula, credo, entro la fine del mese. Così di ultmare un percorso iniato a marzo, con il piano di razionalizzazione e proseguito a settembre con il piano industriale».

Il capitale FarmacieTerni Srl, spiega l’assessore, «nasce con un capitale sociale di 423 mila euro, che corrisponde al fondo di dotazione presente nel bilancio dell’attuale Asfm e con lei verrà stipulato un contratto di servizio, in quanto le licenze delle farmacie resteranno in capo al Comune, decennale (non rinnovabile automaticamente, ma che dovrà essere rifatto da capo a scadenza; ndr) in base al quale l’azienda si impegna a versare nelle casse comunali la somma di quattro milioni».

Le rate FarmaciaTerni, insomma, dovrà pagare 400 mila euro all’anno, ma «di media – spiega Piacenti D’Ubaldi – perché nel contratto si prevede la possibilità di ‘modulare’ i versamenti in base alle circostanze che, di anno in anno, si potranno verificare. L’unico elemento fisso restano i quattro milioni a fine periodo». Un altro dato certo è che la ‘quota’ di un eventuale anno debole non potrà scendere sotto gli 80 mila euro.

Le dismissioni Per almeno tre o quattro delle attuali nove farmacie comunali (alle quali si aggiunge una parafarmacia), si profila la concessione in gestione o la dismissione: «Che dovranno essere fatte dando ovviamente la precedenza agli aspetti puramente economici e per le quali è rpevisto un diritto di prelazione per i farmacisti che attualmente operano nelle strutture, nel caso si volessero candidare per la gestione o l’acquisto».

Il Cda Quanto al Cda attualmente in carica – Stefano Mustica presidente, Justine Grifoni e Lorenzo Filipetti consiglieri – a giudizio dell’assessore, «andrebbe confermato (sarà necessario un passaggio formale, però; ndr), anche se la decisione spetta unicamente al sindaco, per un doppio ordine di motivi: il primo è che ha ben operato, riportando il bilancio dell’azienda in utile; mentre il secondo è che nel momento in cui si mette questa barca in mare aperto, sarebbe opportuno affidarne il timone a mani che la conoscano bene».

Mustica Il presidente dell’attuale onsiglio di amministrazione, Stefano Mustica, dice che «il riconoscimento del buon lavoro fatto e la decisione della giunta di seguire quelle che erano le indicazioni date, ci incoraggia e ci autorizza a pensare che il progetto messo a punto fosse, cosa della quale eravano convinti, ottimale. Ovvio che il nostro impegno, nel caso in cui ci venga rinnovato il mandato, non potrà che essere ulteriormente rafforzato, soprattutto per il raggiungimento non solo degli impegni economici che il contratto di servizio prevede, ma anche per perseguire quei risultati di efficienza e produttività che avevamo indicato e anche per portare avanto quei progetti di investimenti che, riducendo il peso dei canoni di locazione, permetterebbe un equilibrio migliore nei conti.»

 

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