Terni: «Tagli ai servizi? Meglio gli assessorati»

Il segretario della Uil, Gino Venturi: «In città cresce la povertà, la gente rovista nei cassonetti. Il Comue pensi a questo»

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di Fra.Tor.

«Basta con i tagli ai servizi per i cittadini, che si inizi piuttosto a tagliare tra gli assessori comunali. Quelle sì che sono spese di troppo», questo l’appello di Gino Venturi, segretario generale della Uil di Terni. «Il Comune di Terni non mette in piedi progetti nell’ambito del sociale da anni e non è in grado di intervenire sulle emergenze».

La povertà «Piuttosto che intavolare continue discussioni sui ‘gettoni di presenza’, argomento più che lecito ci mancherebbe, pensassero piuttosto a discutere dei problemi delle persone in difficoltà», incalza Venturi. «In città cresce la povertà, la gente rovista nei cassonetti, il Comune elimina ogni possibilità di intervento e i più bisognosi, di conseguenza, sono costretti a rivolgersi ai parroci o alle associazioni».

Il welfare «Alcuni giorni fa l’assessore al Welfare e vicesindaco di Terni, Francesca Malafoglia, in un comunicato sottolineava che ‘L’amministrazione comunale di Terni non ha soppresso alcun servizio del Welfare, ha dato luogo piuttosto a un rafforzamento dei servizi stessi affinché mettano al centro della loro azione la persona e le esigenze, soprattutto nel caso della fragilità’. E’ proprio sicura signora Malafoglia? A noi risulta qualcosa di diverso».

Tagli ai servizi Secondo quanto risulta a Gino Venturi, «sono diversi i servizi al cittadino da parte del Comune, sospesi da maggio 2010. Qualche esempio? Certo. Il contributo economico straordinario per il sostegno mensile a famiglie bisognose, i fondi per assicurare i presidi di prima infanzia, i rimborsi sanitari e visite mediche, il fondo per l’integrazione della retta per gli anziani autosufficienti nelle case di riposo, i contributi per i trasporti ‘Umbria mobilità’ a favore dei minori, il fondo per le attività estive per i bambini, l’assistenza domiciliare psicopedagogica e l’emergenza abitativa. Ecco, direi che sono abbastanza. Tengo a precisare, però, che la sospensione non riguarda quelli già in essere, ma solo le nuove richieste da maggio 2010 in poi».

L’affido dei minori «Per non parlare, poi, dei casi più delicati come quello dell’affido. In caso di situazioni estreme familiari, l’autorità giudiziaria dispone per i minori l’affido a una famiglia o a un istituto. Nel primo caso il bambino costa al Comune circa 300 euro mensili, mentre nel secondo dai 90 ai 200 euro giornalieri. Per quanto riguarda l’affido alle famiglie, il Comune ha iniziato a richiedere ai genitori affidatari l’Isee per cercare sempre più di abbassare la retta. Ci credo, tutti i soldi li spende per i minori negli istituti».

Lo sciopero Il consiglio comunale, conclude Gino Venturi, «spenda un po’ del suo tempo a discutere di questo problema perchè il continuo taglio a questi servizi non va più bene. Noi paghiamo gli amministratori comunali per, appunto, amministrare i nostri soldi. Ma se, ad esempio, i servizi sociali non ci sono più, a cosa serve tenere in piedi un assessorato dedicato? Gli assistenti sociali continuano a richiedere udienza dal Comune, ma senza risultati e quindi, venerdì mattina dalle 8 alle 10, torneranno a scioperare»

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