Torre 5G a Gabelletta: «Non date troppa libertà ai privati»

Terni – Audizione in commissione del comitato: input su un tavolo con la Inwit, parere Usl, piano antenne e verifiche. La Salvati rassicura, ma restano i dubbi. Ok ad atto di indirizzo

Condividi questo articolo su

Istituire un tavolo con la proponente Inwit S.p.A. ed il comitato, richiedere un parere alla Usl Umbria 2 in merito all’impatto sanitario della struttura, adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti per minimizzare l’effetto sulla popolazione dei campi elettromagnetici in virtù del principio di precauzione e, infine, promuovere in Arpa – eventualmente tramite la Regione – l’attivazione di un piano di monitoraggio costante dei livelli di esposizione con pubblicazione degli esiti in formato open data. Dopo oltre due ore è questo il risultato del tête-à-tête di venerdì pomeriggio in I commissione consiliare a Terni sulla realizzanda torre wifi 5G in località Vallemicero, a Gabelletta, vale a dire un atto un indirizzo approvato all’unanimità: i cittadini, più che innervositi e basiti dalla mancanza di comunicazione preventiva, sono stati auditi alla presenza di due assessori e altrettanti dirigenti per far passare un messaggio. Quale? «Non si può dare libertà in questo modo ai privati, pianificate. Perché il vostro obiettivo deve essere tutelare la nostra salute». D’altronde ormai i giochi sono fatti in questo caso e si discute a partita conclusa. Zero speranze di passi indietro o ritiro in autotutela dell’autorizzazione unica.

18 LUGLIO, ITER IN EVOLUZIONE: I DETTAGLI
L’ANALISI D’IMPATTO ELETTROMAGNETICO: IL DOCUMENTO INWIT

Terni, nuova ‘torre’ Wifi da oltre 35 metri a Gabelletta: arriva l’ok

I dirigenti e gli assessori in I commissione

Le logiche speculative e la salute dei cittadini 

Per l’occasione a palazzo Spada (controllo green pass per tutti) si sono presentati Carlo Sileo, Sonia Giuliani (entrambi del comitato no torre wifi) e Amedeo Ciani, quest’ultimo in rappresentanza dello Sporting Terni. Motivo? La stazione Wifi in banda 5600 da 36 metri sarà di fatto a ridosso del ‘Mirko Fabrizi’ di Gabelletta e dunque anche la società ha voluto chiedere lumi. In avvio sono loro ad aver ribadito il loro pensiero dopo i comunicati dei giorni scorsi: «Il problema è molto sentito nel quartiere e sono state raccolte oltre 200 firme», ha esordito Sileo. «C’è rammarico per come ne siamo venuti a conoscenza, tramite la stampa. Il confronto si doveva fare prima, in fase di autorizzazione». Non è andata così: «Non abbiamo nemmeno il parere dell’Arpa ed a poca distanza c’è lo stadio dove giocano i bimbi, oltre ad esserci un’altra torre. Inoltre l’impatto ambientale e paesaggistico è evidente, in un quartiere che ha già problemi. Con questa seconda antenna può diventare una sorta di far west la zona e dare spazio a logiche speculative. Vengono penalizzati i cittadini e si crea anche un danno patrimoniale per i residenti». Ulteriore appunto: «L’area è destinata a verde pubblico. Dovete fare un regolamento per localizzare i siti sensibili in questo ambito. Non vogliamo conflitti, ma il comitato ha interesse la Inwit un altro. Il Comune quale ha? Rispondo, nessuno in particolare. Ma deve tutelare la salute dei cittadini e occorre il rispetto delle regole. Non ci sono studi che ci consentono di stare tranquilli su questa tematica e non c’è evidenza scientifica che dimostra se sia dannosa o meno l’antenna. Non siamo contro il 5G, ma vogliamo che tutto ciò avvenga nel rispetto della salute della popolazione», l’invito. Certo, ormai valido per il futuro.

13 SETTEMBRE 2021, L’AUTORIZZAZIONE UNICA A FIRMA BEDINI: DOCUMENTO
MARZO 2021, IL PARERE DELL’ARPA POI CONFERMATO IN CDS

Terni, stazione wifi in banda 5600: arriva ‘torre’ a Gabelletta

Carlo Sileo e Sonia Giuliani

«Né piazza né parco, ci ritroviamo l’antenna»

Non da meno l’intervento della Giuliani: «La camera di mia figlia – l’amara constatazione iniziale – si ‘aprirà’ sull’antenna. Gabelletta ha un’alta densità demografica, c’è solo una strada e non c’è alcun progetto per il futuro, fatta eccezione per l’area sportiva: i ragazzi non hanno né una piazza né un parco e quello poteva essere ossigeno per la comunità. Invece ci ritroviamo l’autorizzazione ad un privato per la realizzazione della torre a ridosso dell’area verde. Ma quando il dirigente – a firmare è stato Claudio Bedini, numero uno dell’urbanistica di palazzo Spada – ha dato l’ok ha visto dove la stava posizionando?». Poi le richieste per il ritiro in autotutela del documento del 13 settembre, per il parere dell’Arpa, il controllo della Usl Umbria 2 e l’apertura di un tavolo di confronto con la Inwit per la ricollocazione in altra zona: «Dateci tutta la documentazione. Inoltre – ha chiuso la Giuliani – serve controllare le emissioni dell’impianto tramite un portale accessibile ai cittadini». Breve pensiero del presidente della I commissione Marco Cozza (Lega): «Parliamo di ‘guerra’ tra progresso e salute, io sono un medico e devo essere super partes. Ma sono in linea con ciò che dite». Poi via con gli interventi. Si andrà avanti per due ore.

Terni, torre wifi 5G a Gabelletta: «Avete informato i cittadini?»

Benedetta Salvati e Federico Cini

L’assessore Cini: «Tutto nella norma»

Valentina Pococacio (M5S) ha chiesto delucidazioni sulla destinazione urbanistica, se esiste per la zona un’idea di parco e le intenzioni sulla nuova scuola di Gabelletta. Ma non solo: «Qual è stato l’iter per l’antenna? E quali sono i requisiti di distanza dalle abitazioni?». In linea generale tutti si sono fatti avanti per procedere con l’apertura di un tavolo con la Inwit. Poi la critica: «Ci è stato negato l’accesso agli atti da Regione e società su questa tema, è grave». Michele Rossi (Terni Civica) ha puntato su altro: «Occorre il princio di precauzione in questi casi. C’è un piano delle antenne? In passato esisteva, è valido?». A dare le prime risposte ci ha pensato l’assessore all’urbanistica Federico Cini: «L’autorizzazione c’è stata dopo una conferenza di servizi di 15 giorni con istanza della Inwit datata 25 febbraio. Poi la richiesta comunale di integrazione e ila ripartenza dell’iter: «Le tempistiche sono state rispettate. Il parere Arpa? Favorevole sia a livello preventivo che in ambito di conferenza di servizi. E confermo che l’area è destinata a verde pubblico. La procedura è questa e non prevede una partecipazione pubblica di questo tipo, non c’è molto margine in tal senso. Inoltre i tecnici non possono divulgare info rispetto all’istruttoria in corso, il percorso è ‘stretto’ e normato». Cini ha poi aggiunto che «la zona non è sottoposta a vincolo paesaggistico e da parte nostra non c’è stata volontà di occultare nulla. Non c’entra niente l’ambito politico. Ribadisco il parere favorevole Arpa, vincolante per l’aspetto ambientale». Focus anche sull’input lanciato da Rossi: «Il piano antenne è triennale e non è stato rinnovato perché le nuove, rispetto ai primi anni 2000, sono una rarità. Se ne vedranno non molte con la tecnologia 5G, è difficile che ci siano più di due-tre richieste in un anno. Inoltre la potenza è bassa».

Gentiletti, Pococacio, Angeletti e Pasculli

La Salvati rassicura. Reazione: «Sono scioccato»

Subito dopo ha preso la parola il vicesindaco e assessore all’ambiente Benedetta Salvati: «In avvio di carriera mi occupavo proprio di pareri per stazioni radio base. All’epoca – ha specificato – c’era bisogno di un piano perché gli impianti erano nuovi: il documento dell’Arpa l’ho letto ed è favorevole con prescrizioni, rimanda alla fase di collaudo. Le potenze installate sono bassissime, ve lo assicuro (ha più volte citato il dato numerico di 0.036 watt, ndR). L’altezza del palo da 36 metri? Per l’estetica è brutta, ma funzionale affinché non trovi ostacoli. In fase di collaudo ci saranno ulteriori misurazioni rispetto ai dati previsionali: i valori non credo saranno alti. Se lo sono? Si ritirerà l’autorizzazione». Alquanto complicato che accada. Sileo dall’altro lato dell’aula ha provato a replicare: «Sono scioccato da ciò che ho ascoltato». Finira così. Due i dirigenti presenti, Gioconda Sassi (non intervenuta) e Paolo Grigioni della direzione ambiente: «Questo tipo di accesso agli atti – ha voluto chiarire in merito alla critica della Pococacio – è legato ad una procedura amministrativa e quindi viene notificato al controinteressato. Ma se c’è opposizione di quest’ultimo può comunque essere ostensibile la documentazione pubblica». Il comitato si è lamentato anche del fatto di non essere stato ascoltato in precedenza nonostante la richiesta inviata a palazzo Spada: «Questa comunicazione non ci è arrivata al protocollo». In effetti anche Rossi in precedenza si era ‘scaldato’ per lo stesso motivo: «Come è possibile che sia avvenuto ciò da fine settembre? E non è la prima volta che succede». Problema tecnico.

Gentiletti e Filipponi

Niente ritiro in autotutela

Grigioni come di consueto è stato esaustivo: «Il ritiro in autotutela dell’autorizzazione unica compete solo a chi lo ha emanato (Bedini, ndR). Può essere fatto se c’è una violazione di legge, con censura da sentenza passata in giudicato oppure se subentrano novità. Temo però – l’ammissione – che una volta adottata sia quasi impossibile riaprire il tavolo di conferenza di servizi, ormai è andata a conclusione». Reality check. «Vi consiglio – si è rivolto agli esponenti del comitato – di fare un accesso agli atti e leggere i documenti per poi studiare iniziative. Il piano antenne non è stato reiterato ma non c’è un obbligo di regolamentazione in tal senso, potrebbe essere anche poco incisivo. Per quel che concerne la Valutazione d’impatto ambientale c’è un preciso regolamento e non è previsto per questo tipo di impianti». La Giuliani non ha perso tempo a questo punto: «L’autorizzazione è stata data ad un proprietario di terreni (si riferisce a chi ha affittato la zona alla Inwit S.p.A.) che ha tanti campi coltivati tra Gabelletta e Cesi. Ciò significa che ne potrebbe fare altre dieci allora. Non avete un mezzo per fermare ciò? Ci state dicendo questo?». Di fatto sì. Poi palla di nuovo a Grigioni: «I dirigenti non fanno di testa loro, si seguono dei procedimenti e il margine di discrezionalità è ridotto». La Giuliani non ha mollato: «Trovate un modo politico per opporvi. Si parlare di un quartiere molto popolato come Gabelletta e non può diventare un far west». Quindi una frase di Cozza fa ‘scattare’ i consiglieri di minoranza.

Il dirigente Grigioni

I consiglieri in pressing: «Buon senso non rispettato»

La Pococacio attacca: «Dunque – citando il pensiero di Cozza – stiamo attenti al fatto che il privato potrebbe far ricorso se c’è opposizione? Non tutelate chi ha più potenza economica, così non si aiutano i cittadini. Ci mancherebbe che se non fosse tutto a norma di legge, intanto l’antenna se la ritrovano. Inoltre non avete dato risposte sul parere della Usl, sul tavolo con Inwit ed il regolamento. In generale il Comune non è trasparente verso la cittadinanza, le delibere di giunta e di consiglio vecchie non sono più consultabili. E la costruzione della scuola ci sarà?». L’esponente leghista ha replicato subito: «Volevo solo evitare la bagarre politica e dire che leggi vanno rispettate». Anche Paolo Angeletti (Terni Immagina) non si è tirato indietro: «L’operazione commerciale del 5G c’è in tutto il mondo, ma alcune nazioni si sono opposte. Interi quartieri di Londra hanno detto no ed inoltre le antenne sono più basse. Mi rifiuto di pensare che non sia possibile chiedere un parere alla Usl Umbria 2. Ok, norme rispettate, ma non il buon senso. E perché i cittadini non sono stati avvertiti? Per una questione del genere è doveroso farlo». Per Alessandro Gentiletti (Senso Civico) «non è vero che il Comune non poteva far nulla e non è corretto nascondersi dietro questioni tecniche. La cosa grave è che il territorio viene gestito senza che voi siate consultati. Bisogna cambiare la logica, non possono essere calate dall’alto le cose così. Sì, il quartiere con il 5G ci guadagna in termini di tecnologia, ma ci sono conflitti di altro tipo come l’aspetto paesaggistico. Servono compromessi e la politica c’è per questo». Sulla stessa linea Francesco Filipponi (Pd): «Per il procedimento la valutazione di impatto sanitario non è necessaria, vero, ma si può comunque chiedere alla Usl Umbria 2. Ed è necessario il tavolo con la Inwit. Un motivo dirimente per la revoca in autotutela potrebbe essere la distanza di poche decine di metri rispetto all’altra antenna. Inoltre l’impianto sportivo è a cinque metri dal basamento dell’impianto».

L’atto di indirizzo: ok unanime

Battute finale di un’estenuante seduta: «Norme rispettate, ma la partecipazione preventiva dei cittadini – l’ultimo intervento di Rossi – era da ricercare. La tematica va affrontata con uno strumento di pianificazione: a Perugia e Magione lo hanno il piano antenne. Non dare completà libertà ai privati in questo ambito». Infine Anna Maria Leonelli del Gruppo Misto: «Dispiace che la politica si sia ‘pronata’ di fronte ai poteri forti. La periferia di Gabelletta è la migliore di Terni, le case saranno svalutate con questa nuova struttura». In chiusura è Cini che ha voluto mettere i puntini su un aspetto: «Io non faccio gli interessi del privato, pensiamo alla salute dei cittadini. E capisco le perplessità di madri e padri che vivono in quell’area. Il piano antenne non c’è, vero, ma è uno strumento che forse oggi non avrebbe evitato questo caso. Ha senso ragionarci sopra: il costo non è indifferente perché ci vogliono studi complessi. Prendiamo atto, verificheremo la fattibilità. L’aumento della pubblicità per queste iniziative? In che modo? Con assemblee pubbliche? Semplice e giusto dirlo, ma dal punto di vista fattivo è complicato visto l’alto numero di pratiche edilizie. Io stesso l’ho saputo ad autorizzazione firmata». Sabato pomeriggio previsto un presidio del comitato nell’area coinvolta. La storia non è finita.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli