Le scuole di pensiero sono due. La prima parla di «un affare» o, quanto meno, di un’operazione che, più o meno obbligata, «rappresenta un’ottima opportunità per consolidare la presenza sul territorio regionale». La seconda, invece, paventa «un rischio enorme, vista la eccessiva percentuale di rischio che presenta».
L’acquisizione Le cose, più o meno, stanno così: Umbria Energy sta portando a termine l’acquisizione di Cesap, l’azienda che gestisce la distribuzione del gas in alcuni Comuni dell’alta Umbria e che, con la stessa Umbria Energy, pare che fosse discretamente (un paio di milioncini di euro) indebitata.
Acea Il fatto è che tra le due società c’è un comun denominatore importante e che si chiama Acea: titolare del 50% di Umbria Energy (l’altro 50% è di Asm) e, stando agli ultimi dati conosciuti (2013), anche del 42,08% di Cesap. E il parere di Acea avrebbe avuto – si dice – il suo peso.
I clienti Perché il ‘valore’ vero di Cesap, indebitamento a parte, sarebbe rappresentato dal portafoglio clienti: ad avvalersi del suo servizio di distribuzione del gas, infatti, sarebbero circa 10mila utenti e siccome ognuno di loro sarebbe valutato – sul mercato – circa 440 euro, ecco che Cesap finisce per valere circa 4 milioni e mezzo euro. E siccome l’acquisizione da parte di Umbria Energy avverrebbe senza esborso di denaro, ma solo azzerando il debito, ecco che la scuola di pensiero che parla di «un affare» trova conferma.
Umbria Energy Anche perché, con l’operazione Cesap, Umbria Energy supera abbondantemente quota 110mila utenti serviti e questo ne fa un operatore ‘tosto’: sempre sulla base delle valutazioni fatte, il solo valore legato alla clientela raggiunge quasi i 50 milioni di euro.
Il dubbio Ma chi instilla il dubbio del «rischio enorme» fa notare che i clienti non sono un asset invariabile, anzi. Il mercato libero ha introdotto un elemento di aleatorietà non indifferente e, insomma, «se i clienti decidessero di affidarsi ad un altro erogatore di servizi, Umbria Energy e quindi Asm potrebbero andare in difficoltà, mentre Acea, che detiene le quote di entrambi i soggetti in campo, sarebbe quello che rischierebbe di meno».
Le alternative Soprattutto perché – ma questo è ovviamente un terreno scivoloso, perché l’argomento è tutto da verificare – il business legato alla distribuzione del gas (e non solo) è in continua evoluzione e le aziende che ne sono protagoniste sono in continua ‘battaglia’ tra di loro, tanto che i rumors parlano di un concreto interesse di Unogas, l’azienda nata ad Imperia e poi trasmigrata a Milano, nei confronti del territorio umbro.
Acea stoppa? L’operazione Umbria Energy-Cesap, insomma, viene letta come un ‘cip’ messo da Acea con l’intenzione proprio di alzare l’argine contro lo sbarco di un nuovo concorrente. Ma mentre il colosso romano, che dell’indebitata Cesap deteneva quasi la metà, l’Asm potrebbe essere quella che, in questa operazione, rischierà di più.