Terni: «Un 87enne non può passare 15 ore al pronto soccorso. Manca il personale»

Un ternano denuncia quanto accaduto al proprio suocero. Sul tema intervengono anche la Fp Cgil, i consiglieri comunali del Pd e il M5S

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«Al pronto soccorso dell’ospedale di Terni la situazione è disastrosa. Il personale sanitario è ridotto all’osso a discapito dei pazienti, come è successo la scorsa notte alla mia famiglia per un malore di mio suocero». Sui disagi denunciati dal signor Andrea, come quelli emersi più volte da diversi pazienti del ‘Santa Maria’, intervengono anche la Fp Cgil e i consiglieri comunali del Partito democratico con un’interrogazione al sindaco Latini. Attaccano anche gli esponenti del M5S.

Circa 15 ore in Pronto soccorso

«Giovedì pomeriggio intorno alle 16 – racconta Andrea – abbiamo chiamato un’ambulanza a causa di un malore improvviso di mio suocero, 87enne, che ha perso i sensi dopo aver effettuato il vaccino anti-Covid. Mio suocero è arrivato al pronto soccorso poco prima delle 17, ma alle 20.30 non era ancora stato visitato da nessuno. Dopo aver discusso animatamente con il personale presente all’accoglienza, minacciando di chiamare i carabinieri, sono riuscito a parlare con un medico che mi ha spiegato che, purtroppo, erano solo due i medici in tutto il pronto soccorso e che avevano più di 50 pazienti da visitare. Ci è stato consigliato di andare a casa, piuttosto che restare, con mia suocera di 76 anni, seduti su una panchina fuori al freddo. Per farla breve, mio suocero è stato visitato alle 2 di notte e dimesso alle 6 del mattino. Sono indignato, schifato e incazzato. Per un controllo dopo un malore una persona anziana non può passare 15 ore in pronto soccorso. Qualcuno deve spiegare».

Fp Cgil: «Avviare un’indagine interna sull’organizzazione del lavoro»

«Riteniamo che all’ospedale di Terni sia opportuno aprire un’indagine interna, rendendone pubblici anche gli esiti, partendo dall’attuale organizzazione del lavoro, dal perché ci sono i letti sui corridoi in tutti i reparti, dal perché le attese nel pronto soccorso sono lunghe ed estenuanti, dal perché sono saltati i percorsi dedicati ai paienti Covid e non ci sono più le zone grigie, dal perché le attività chirurgiche di media e bassa complessità sono al palo, dai reparti chiusi, alle dotazioni organiche di personale nei reparti che sono le più carenti dell’Umbria». A scriverlo in una nota è Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni. «Da circa 3 settimane abbiamo richiesto un incontro sulle condizioni di lavoro del personale del pronto soccorso – ricorda il sindacalista – ormai diventato un servizio di emergenza con all’interno un reparto di degenza, dove i malati appoggiati sui barellini in attesa di un posto letto stazionano anche per giorni in attesa di un posto letto».

La Fp Cgil: «Criticità a 360 gradi»

«Stiamo cercando di capire – prosgeue Lucci – perché la fantomatica convenzione tra azienda ospedaliera e Usl Umbria 2 per l’uso delle sale operatorie di Narni, che potrebbero far riprendere l’attività chirurgica programmata, non parta. E stiamo chiedendo risorse di personale per i laboratori analisi. Lo stesso personale ante-Covid sta supportando tutta l’attività di processo dei tamponi sia per il personale interno che per i cittadini e anche per la Usl Umbria 2». La Fp Cgil di Terni sottolinea anche come, «nonostante vi sia urgente bisogno di personale Oss in tutte le aziende sanitarie della Regione, per implementare gli operatori ed evitare l’indegna prassi delle assistenze a pagamento, solo ora, dopo due anni, si vede qualche segnale per l’espletamento del concorso. Continuiamo a perdere le migliori professionalità per mancanza di concorsi pubblici, sia per il personale del comparto che per la dirigenza medica.Dirigenza che non vede a Terni possibilità di carriera con conseguente perdita di chance. Nel Lazio sono già state avviate le procedure previste con la legge di stabilità 2022, per stabilizzare personale assunto a tempo determinato per fronteggiare l’emergenza Covid, in Umbria tutto tace». Questi sono i temi su cui il sindacato chiede di avviare una seria riflessione, «ma è sicuramente più semplice addossare le responsabilità ai singoli – conclude Lucci – perché sarebbe complicato dover ammettere che sono i bilanci delle aziende che determinano i servizi e che anche alla sanità privata vanno garantiti gli utili, sarebbe complicato dover ammettere che tutte le regioni limitrofe hanno adottato un politica di assunzioni molto più performante».

I consiglieri comunali del Pd interrogano in sindaco Latini

L’azienda ospedaliera di Terni – scrivono al sindaco i consiglieri comunali del Pd Tiziana De Angelis e Francesco Filipponi – «al fine di ricavare ulteriori posti di rianimazione all’interno della stessa, per far fronte all’emergenza Covid, ha notevolmente ridotto negli scorsi mesi gli spazi del pronto soccorso. In ragione della diminuzione di spazio e al fine di avere a disposizione ulteriori spazi Covid per il pronto soccorso, sono stati adibiti a tale scopo alcuni locali precedentemente utilizzati come magazzini per le cartelle cliniche, farmacia e tutti gli spazi dedicati all’endoscopia digestiva. Abbiamo assistito nei mesi scorsi ad una quasi totale conversione dell’ospedale di alta specialità, quale è il nosocomio ternano, ad ospedale Covid, con grave pregiudizio per la cura delle altre patologie». Il documento di valutazione rischi dell’azienda ospedaliera, aggiungono, «inserisce il pronto soccorso tra le aree a più alto rischio Covid, il cui personale necessiterebbe pertanto di dispositivi di sicurezza ed ambienti di lavoro adeguati, mentre i nuovi spazi individuati risultano essere spesso privi di ricambio d’aria, vista la loro natura di locali da stoccaggio, sprovvisti di aperture naturali e dei sistemi di aspirazione necessari per evitare i rischi di contaminazione. Le nuove assunzioni tra il personale infermieristico non hanno apportato un necessario incremento nella dotazione di maestranze rispetto alle reali necessità, non riuscendo le stesse a coprire né i pensionamenti né le fughe verso le altre regioni, le quali hanno provveduto alle stabilizzazioni in tempi adeguati; tali nuove unità spesso vengono assegnate direttamente nelle aree critiche sovente in assenza di un adeguato tutoraggio e accompagnamento da parte del personale esperto. Appare quantomeno singolare – per De Angelis e Filipponi – che nel mentre si facevano investimenti per ampliare le terapie intensive, non si sia pensato a dotare i nuovi spazi del pronto soccorso, ancorché insufficienti, di idonee strumentazioni tese a favorire il necessario ricambio di aria. Vorremmo sapere, in relazione al ruolo del sindaco Latini, se si ritiene idonea ed opportuna, anche in relazione alle normative a garanzia della sicurezza del personale sanitario, l’individuazione degli spazi descritti aggiuntivi al pronto soccorso e quali azioni si intendono chiedere all’azienda ospedaliera al fine di evitare episodi di sovraffollamento dell’area del pronto soccorso».

M5S in pressing sulla Regione

Anche gli esponenti pentastellati chiedono chiarimenti. Depositata in tal senso un’interrogazione urgente alla giunta reginale: «Da quanto risulta anche agli organi di stampa, gli accessi al pronto Soccorso dell’ospedale di Terni continuano ad essere molto alti e la possibilità di ricoveri nei reparti è limitata dalla mancanza di posti letto liberi. Stiamo assistendo, proprio in questi giorni, ad un sovraffollamento degli spazi del PS con pazienti che restano sui barellini anche per un giorno intero a causa della diminuita capacità di ricovero dell’ospedale ormai saturo. Per questo chiediamo alla giunta regionale che fine abbia fatto il modulo operativo e funzionante, posto di fronte al PS, con funzione di terapia intensiva per i pazienti Covid che a quanto risulta sarebbe inutilizzato da marzo 2021. Eppure il direttore dell’azienda ospedaliera sostiene che ci sia stato un aumento nel numero del personale, in particolare degli infermieri, rispetto agli anni precedenti. Chiediamo quindi se corrispondano al vero le notizie riguardo pazienti ricoverati nei corridoi dei vari reparti, se esiste una procedura per il trasferimento dei pazienti con livello di assistenza bassa in altre strutture come Narni, Amelia, Spoleto o Foligno. Infine se corrisponde – termina l’interrogazione – al vero che c’è un aumento del lavoro straordinario, turni saltati e ferie revocate del personale infermieristico».

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