Terni, VIII Dan per il maestro Claudio Guazzaroni

Nuova grande soddisfazione per il commissario tecnico della nazionale italiana Fijlkam

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Un 2021 memorabile per il maestro ternano Claudio Guazzaroni, commissario tecnico della nazionale italiana Fijlkam di karate. Non solo la soddisfazione dell’oro olimpico di Tokyo grazie a Luigi Busà: per lui è arrivata un’attestazione che lo proietta nell’olimpo dei plurigraduati a livello nazionale ed internazionale. È stato insignito dell’VIII Dan.

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Il sapore speciale

«È stata veramente una sorpresa – le parole del ternano – inaspettata ricevere un attestato così importante. Molti sono stati i riconoscimenti avuti dopo la splendida esperienza delle Olimpiadi ma questo, consegnato davanti agli amici di una vita non solo sportiva e festeggiato insieme ai nostri ragazzi, ha davvero un sapore speciale e non nego che gli occhi mi hanno brillato». Guazzaroni al momento è il più alto in grado in Umbria: «Sono contento anche perché, pensandoci bene, il numero sette non è che mi piaceva molto invece l’otto è un numero pari e meno spigoloso forse mi si addice meglio».

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L’icona

Gioia anche per il presidente regionale Fijlkam Andrea Arena: «Claudio rappresenta un’icona mondiale del movimento delle arti marziali e non solo del karate. In ogni angolo del mondo, dagli anni settanta, quando si parla di karate si parla anche dei fratelli Guazzaroni. L’oro olimpico conquistato da Claudio come tecnico della nazionale é solo la punta di un iceberg, di un’interminabile carriera condotta in maniera encomiabile, da un personaggio unico nel mondo delle nostre amate discipline. Prima come atleta poi come tecnico da sempre un punto di riferimento per il movimento federale. Il riconoscimento, fortemente voluto dal nostro comitato, è dato dal fatto che prima di ogni altra cosa emerge prepotente la figura di un gigante buono, schietto e leale non solo in ambito sportivo. Un Uomo vero con la U maiuscola come ce ne sono pochi. Per me un amico – chiude – al quale auguro ancora millanta successi dentro e fuori dall’amato tatami».

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