Terni: «’Uovo’ e conti: indigesti per tutti»

Melasecche (‘I Love Terni’): «I revisori dei conti non sono più di nomina politica. E si vede. Assurdo rilanciare il progetto di Ridolfi»

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di Enrico Melasecche
Consigliere comunale ‘I Love Terni’

La relazione del collegio dei revisori dei conti in carica, nominati in base ad un sorteggio a livello regionale e non più in base ad ‘amicalità’ politico personali, di sinistra ma anche di destra, sta obbligando gradualmente sindaco e assessori, grazie anche ad una normativa molto più stringente, a comportamenti in linea con quei criteri di sana amministrazione che abbiamo sempre sollecitato, anche con esposti alla Corte dei conti che non ha brillato spesso per tempestività e per incisività, nonostante l’impegno della relativa procura.

Purtroppo questo adeguamento ai criteri del pater familias giunge molto tardi, dopo aver sperperato molto più di quei 56 milioni di euro circa di disavanzo (pag. 6 della relazione) emersi nel 2015, una voragine drammatica che grava sulla testa di ogni ternano, più che sufficiente a mandare a casa con tanto di benservito coloro, compreso l’assessore al bilancio in carica, che fino ad un anno fa dichiarava, spavaldo, che tutto andava bene, che tutto era sotto controllo.

Il problema molto grave deriva dal ritardo pluriennale con cui il sindaco, non di sua sponte, si adegua a criteri di sana contabilità aziendale, dopo aver accumulato, grazie anche al contributo non indifferente del suo predecessore, un disavanzo enorme per le finanze fragilissime del Comune. Quali siano i criteri oggi adottati per porre rimedio al buco che nel frattempo hanno creato è sotto gli occhi di tutti: tagli ai servizi, incremento delle multe con la spesa di 220 mila euro per il solo noleggio dello street control che produrrà entro pochi mesi molte amare sorprese ai ternani, blocco di fatto degli investimenti, aumento delle tariffe a cominciare dalle mense scolastiche alla TARI e alla TASI, prepensionamento in massa dei dipendenti con la necessità entro breve di porre mano alla terza riforma della macchina comunale delle amministrazioni Di Girolamo. Un vero Guinness dei primati, non certo positivo, che denota, leggerezza, incompetenza, mancanza di una programmazione seria. I problemi ormai si rincorrono in modo confuso, dopo averli trascurati per troppo tempo, con costi economici ed umani pesantissimi per le famiglie e le imprese.

Nel frattempo si mette in cantiere, con dieci anni di ritardo e quindi nel ridicolo, l’Uovo di Ridolfi, l’opera più inutile che si possa oggi immaginare, dopo aver tradito l’eredità dell’architetto della ricostruzione, avendo già realizzato in corso del Popolo, il Palazzo degli Uffici, quando quel project financing avrebbe ben potuto prevedere di insediare quelle funzioni proprio nell’Uovo come aveva sognato Ridolfi, accanto a palazzo Spada. Mai come oggi i ternani hanno bisogno di lucidità e concretezza. Con questi amministratori la crisi permarrà per molti anni per cui occorre concentrare le magrissime risorse su obiettivi urgenti e strategici, non di certo per celebrare monumenti e vezzi dell’urbanistica di regime che, della crisi e del disavanzo – la peggiore ipoteca sul presente e sul futuro di Terni – porta non poche responsabilità. Maria Antonietta offriva brioches al popolo affamato di ben altro, Di Girolamo con l’ineffabile Andreani offre uova, non di gallina ma di pietra sponga, difficile da digerire anche per gli stomaci ben adusi di questa sinistra.

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