Terremoto a Norcia: «Non fatela morire»

L’appello è accorato e, veicolato dai social network, sta facendo in fretta il giro del mondo: «Restituite alla popolazione la sua città ferita, ma non ancora defunta»

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terremoto-foto-alessandro-balsamino-10L’appello è accorato e, veicolato dai social network, sta facendo in fretta il giro del mondo. É indirizzato «alle autorità preposte alla delimitazione e gestione delle zone rosse» e recita così: «Il centro storico di Norcia, interdetto alla popolazione e sorvegliato a vista dalle forze dell’ordine, sta morendo. I suoi abitanti, dopo le ferite inferte dal terremoto, stanno subendo anche la tremenda lacerazione di non poter accedere con continuità e riservatezza alle proprie abitazioni pur se agibili, e dentro le mura sono molte, certo più che all’esterno, dove subiamo giornalmente la beffa di passare sotto edifici ben più instabili e pericolosi delle nostre abitazioni interdette d’autorità».

norcia-terremoto-fabio-toni-20161102-wa0042-portaL’accesso Se la zona rossa, si legge nell’appello, «ha la caratteristica dell’alto rischio ambientale, il centro storico di Norcia non ha in toto questa caratteristica, e non la ha più degli altri quartieri e della circonvallazione. Rimossi i coppi dalle gronde e le macerie di qualche muretto di recinzione, la stragrande maggioranza delle vie del centro è perfettamente praticabile in sicurezza e può essere riaperta immediatamente. Laddove poi esistono edifici pericolanti, e a parte due o tre casi si parla solo degli edifici monumentali, la zona circostante dovrà essere – quella si! —necessariamente dichiarata zona rossa per tutto il tempo necessario alla recinzione, puntellamento e demolizione prescritta dai tecnici. Norcia ha vie larghe ed edifici bassi, perlopiù esenti da pericolo di crollo: restituite alla popolazione la sua città ferita, ma non ancora defunta, e avrete sanato un’inutile e dolorosa ingiustizia. Il numero di sfollati diminuirà considerevolmente e ci aiuterete a superare il trauma riappropriandoci della nostra città. Però fatelo subito, prima che chi può scappi altrove, prima che i bambini vengano iscritti a scuola fuori Norcia e le attività si trasferiscano lontano. Non sei mesi, per carità, ma anche un mese è troppo!».

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