Sisma, l’immobilismo è il male da combattere

I sindaci del cratere e i professionisti urlano la loro rabbia alla commissione regionale sul terremoto: in Umbria serve più personale e semplificazione normativa

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Chiedono più personale per gli uffici e una semplificazione normativa che consenta di mettere in moto la ricostruzione, finora «legata da vincoli e normative che finiscono per essere il primo e più grande ostacolo». E lo fanno a gran voce, durante le audizioni della seconda commissione dell’assemblea legislativa, che è stata a Norcia martedì mattina. Deve essere inoltre snellita fortemente la fase della rendicontazione, per non rimanere indietro con i pagamenti. Cosa che sta già avvenendo. Da affrontare anche il problema dello smaltimento delle macerie. Infine, chiesto un tavolo permanente che possa farsi carico delle molteplici criticità della ricostruzione.

IL TERREMOTO DEL 2016 E LA (LENTA) RICOSTRUZIONE

Un piano Marshall per la Valnerina

La commissione, presieduta da Valerio Mancini, con questa iniziativa aveva l’obiettivo di fare il punto sulla ricostruzione. Ad aprire gli interventi è stato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, che ha sottolineato come «si fatichi moltissimo a rendere attuabili le norme scritte» e chiedendo una deroga di 36 mesi ai contratti di chi lavora a tempo determinato. Per Mario De Carolis, sindaco di Cascia, «serve una sorta di ‘Piano Marshall’ per la Valnerina, dove mancano servizi fondamentali; altrimenti vanno via le famiglie, rischiamo di perdere i giovani e rimanere solo tra anziani». Tutti d’accordo sullo snellimento di regole e burocrazia: «Ci vogliono deroghe giustificate dallo stato di emergenza, non stiamo parlando di sanatorie di abusi, semplicemente di snellire le procedure».

Il modello umbro e quello emiliano

Da Spoleto, l’assessore Francesco Flavoni ha criticato il fatto che sia stato preso a modello il sistema di ricostruzione dell’Emilia Romagna anziché quello umbro del ’97: «Qui ci sono vincoli idrogeologici, vincoli dettati dalle belle arti sul patrimonio artistico, verifiche di vulnerabilità sugli istituti scolastici che vengono imposte ma non finanziate». Marisa Angelini, sindaco di Monteleone, ha rappresentato le istanze degli allevatori e degli agricoltori della Valnerina ricordando che «le tettoie utilizzate per proteggere il bestiame potrebbero essere ancora molto utili, ma chi lo volesse fare sarebbe fuorilegge, si chiede perciò una norma affinché tali manufatti possano essere ancora usati».

I professionisti

Per Roberto Baliani, coordinatore ‘Rete professioni tecniche dell’Umbria’, «è indispensabile la semplificazione delle procedure in cui si barcamenano geologi, agronomi, periti agrari, industriali, e serve anche un cambio di mentalità per andare oltre la paura di essere additati come corrotti, sennò nessuna legge sarà mai trasparente». Paolo Moressoni dell’ordine degli architetti ha sottolineato altri aspetti connessi all’attività dei professionisti: «Siamo anche noi in stato di precarietà, soffriamo economicamente perché non riusciamo a rientrare nelle spese che abbiamo anticipato negli ultimi quattro anni». Per il presidente regionale dell’ordine dei geologi Filippo Guidobaldi «serve un taglio netto con quanto fatto finora, se no non andiamo avanti». Francesco Rotondi del comitato Norcia per l’ ambiente: «Abbiamo ricevuto una tantum un contributo di 38milioni, ma la regione ne ha erogati 7. Noi piccoli imprenditori rischiamo di dover chiudere, le rimesse Inps hanno un peso enorme per chi non incassa niente».

Bianconi:

«Le tante istanze che stiamo raccogliendo oggi entreranno nel ‘Dossier Sisma 2016′ che stiamo scrivendo e che sarà alla base dei lavori che proporrò di sviluppare alla seconda commissione, alla regione, al governo e all’unione europea», commenta il consigliere regionale Vincenzo Bianconi, ex candidato alla presidenza, che del rilancio delle zone terremotate aveva fatto il suo cavallo di battaglia. «Il tempo sembra essersi fermato – denuncia Bianconi – alimentando la fuga di tanti cittadini e imprese, quelli che sono restati sono esausti. Oltre ai numeri, ad impressionare sono le testimonianze di chi vive ogni giorno l’emergenza. Il principale problema che sta emergendo è quello della burocrazia elefantiaca, normative spesso illogiche, la cronica carenza di personale e, quando c’è, non è stabilizzato e si perde dopo un anno provocando il disastro operativo che stiamo vivendo. La Regione potrebbe con propri fondi assumere dieci nuovi istruttori, che gli costerebbero circa 35mila euro l’uno l’anno. Ogni istruttore potrebbe attivare ogni anno pratiche per lavori per circa 40milioni di euro, che, oltre a cambiare la vita di molti umbri nel cratere, contribuirebbe a rilanciare il Pil regionale in crisi da 15 anni. Per poter essere forti – conclude Bianconi – dobbiamo avere idee chiare, visione, coscienza dei nostri mezzi e soprattutto essere uniti oltre i partiti e non mollare mai. Il fine qui ed ovunque è fare il bene degli umbri con onesta, chiarezza, merito e giustizia sociale».

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