Con 23 voti a favore, 3 contrari e 2 astenuti, lunedì il consiglio comunale ha approvato il ‘Regolamento per l’istituzione del registro delle dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti sanitari e di dichiarazione anticipata di volontà in materia di prelievi e trapianti di organi e tessuti, nonché sulla cremazione e dispersioni delle ceneri nei luoghi consentiti rese sotto forma di dichiarazioni sostitutive di atto notorio’.
La seconda commissione L’atto era stato esaminato dalla seconda commissione che lo aveva integrato con le disposizioni sulla cremazione e la dispersione delle ceneri. «Si tratta – ha detto uno dei proponenti, il consigliere Saverio Lamanna – di un atto importante di civiltà, che lascia completa libertà ai cittadini sulla base dei loro convincimenti, contro la tirannia dei valori».
Il consiglio comunale Dal Movimento cinque stelle è stata chiesta «la massima pubblicizzazione del nuovo regolamento»; mentre Valdimiro Orsini (Pd), annunciando il proprio voto contrario, ha invece parlato di «enfasi eccessiva e di un regolamento ‘pasticciato’, che viene approvato quando ancora non c’è una legislazione nazionale, rischiando di fare un buco nell’acqua». Anche Marco Cecconi (FdI), votando contro, ha manifestato perplessità per «accelerazioni di questo genere, che potrebbero sviare l’attenzione da temi più concreti e più reali». Renato Bartolini (Pd), anche lui contrario, ha sottolineato come «il Comune di Terni sia all’avanguardia per la possibilità di donare gli organi. Adesso mettere insieme tutto, nel regolamento proposto, non appare opportuno».
L’associazione ‘Civiltà laica’ «Sono passati cinque anni, ma sembrano molti di più. Che l’aria fosse cambiata in consiglio comunale era abbastanza evidente, ma ora c’è la prova», commenta Alessandro Chiometti, presidente dell’associazione ‘Civiltà laica’. «Quel manipolo di consiglieri, che impedì ai cittadini ternani di depositare le proprie volontà sui trattamenti medici e sanitari, da subire in condizione di incoscienza in modo facile ed economico, non c’è più. O meglio ne sono rimaste poche tracce di cui non vale neanche la pena stare a parlare».
Cambiamenti 22 favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti, «questa dovrebbe essere l’esatta dimensione della disfatta del fronte contrario all’autodeterminazione dell’individuo che aveva fatto bocciare a Terni, nel 2010, la proposta di delibera popolare supportata da oltre quattrocento firme raccolte da ‘Civiltà laica’, ‘Uaar’ e ‘Radicali’». In cinque anni, aggiunge, «molte cose sono cambiate fra gli scranni comunali, sia dalla parte della maggioranza, che dell’opposizione, ma quello che è importante è che Terni oggi ha un servizio per i suoi cittadini che permetterà loro di mettere per iscritto le proprie volontà nelle tematiche del ‘fine vita’, senza sobbarcarsi la spesa di un notaio».
Eluana Englaro «Non stiamo in questa sede a ricordare tutte le obiezioni assurde che sono state fatte in questi anni all’istituzione di un registro comunale dei biotestamenti, ci preme ricordare solo che il diritto di rifiutare qualunque tipo di cura e trattamento sanitario è stabilito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, che la sentenza di Eluana Englaro ha riconosciuto che questo diritto esiste e deve essere rispettato. Se in quel caso ci fosse stato un biotestamento depositato il processo sarebbe stato molto più facile e forse addirittura non necessario. E che nel proprio biotestamento ognuno ci scrive quello che vuole, compresa l’eventuale volontà di non interrompere i trattamenti».
Ringraziamenti Chiometti, infine, vuole ringraziare «Giuseppe Mascio e Saverio Lamanna, che si sono fatti promotori dell’atto, il sindaco Leopoldo Di Girolamo che ha sempre sostenuto questa iniziativa e tutti quei consiglieri che lo hanno sostenuto pubblicamente, ovvero Thomas De Luca, Angelica Trenta e Patrizia Braghiroli del Movimento 5 stelle; Andrea Cavicchioli e Andrea Zingarelli del Pd e Franco Todini della lista ‘Il cammello’. Il sincero grazie va, ovviamente, anche a tutti coloro che hanno votato ‘sì’ all’approvazione in consiglio. Un grazie particolare va anche a quei consiglieri che avevano sostenuto l’iniziativa nella passata legislatura come Alessio Cicioni e Mauro Nannini. Oggi Terni è un po’ più laica e civile».