Truffa su auto di lusso: arrestato un venditore

Umbertide, i carabinieri hanno scoperto un ‘giro’ illegale per almeno 350 mila euro

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Le macchine c’erano, ma i documenti sparivano e cominciava un vorticoso giro. Al termine del quale quelle stesse macchine, con documenti nuovi, venivano vendute. Ma martedì mattina i carabinieri di Perugia hanno messo le manette chi quel giretto gestiva.

Arrestato L’uomo, un 42enne umbro, è accusato del reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, di delitti contro la pubblica fede (false dichiarazioni in scritture private, falso in atto pubblico), di appropriazione indebita e calunnia. Nel complesso sono state accertate, per il momento, oltre una decina di truffe per un valore complessivo di 350 mila euro.

Le truffe Secondo quanto emerso dalle indagini, la truffa avveniva così: approfittando della fiducia derivante da regolari rapporti commerciali avvenuti in passato, l’uomo riceveva da altri concessionari di auto e da privati cittadini autovetture di grossa cilindrata, trattenendole in ‘conto esposizione’, che venivano consegnate senza alcun documento di circolazione o di proprietà, come nelle normali prassi e consuetudini espositive. I proprietari, d’altro canto, ricevevano a garanzia un assegno bancario che, invece, nelle maggior parte delle occasioni sarebbe risultato privo di copertura finanziaria.

Auto ‘ripulite’ Il titolare della società, ricevuta la disponibilità materiale dell’autovettura, insieme ad alcuni responsabili di agenzie di pratiche auto anch’essi complici, denunciavano falsamente lo smarrimento dei documenti del mezzo di fatto mai nella loro disponibilità, ottenendo fraudolentemente il duplicato dei documenti necessari a regolarizzare la vendita delle autovetture. Così ‘ripulite’, le potenti auto, grazie anche alla complicità di altre concessionarie, venivano rimesse in vendita e acquistate da ignari acquirenti.

Le scuse Per mesi, poi, il proprietario della concessionaria di auto usate ha ingannato i concessionari che gli avevano consegnato le auto in conto esposizione, inventando scuse fantasiose e inverosimili, fino a quando questi non decidevano di denunciare l’accaduto quando hanno scoperto che le auo erano state rivendute.

Ai ‘domiciliari’ Il titolare della società incriminata si trova ora agli arresti domiciliari, mentre per il complice amministratore è stata applicata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali.

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