Visto che padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico dell’Umbria (Teru), ci ha tenuto a precisarlo, nella sua relazione annuale: «Nnonostante la semplificazione processuale e l’accresciuta misericordiosa attenzione alle persone, il nostro lavoro non è finalizzato – come spesso si avverte nel sentire comune – ad ‘annullare’ i matrimoni, bensì a valorizzare il patto coniugale che tra due battezzati è elevato a dignità sacramentale», non si deve ‘semplificare’: diciamo allora che nel 2015 il Teru non ha trovato gli argomenti per valorizzare quel patto in 118 casi.
Il Teru Già, perché sempre nella reazione annuale è stato spiegato che nel corso del 2015 il Tribunale ecclesiastico regionale ha trattato 230 richieste di annullamento di matrimoni: 127 ‘arretrate’ e 103 pervenute nel corso dell’anno. 126 le cause giunte a definizione e, appunto, in 118 casi si è arrivati all’annullamento. In attesa di definizione ci sono altre 104 cause.