Umbria e criminalità: «Interdittive efficaci»

Audizione dei prefetti di Perugia e Terni di fronte alla commissione d’inchiesta regionale: «Non risultano organizzazioni strutturate»

Condividi questo articolo su

Nessuna presenza organica di associazioni criminali strutturate sul territorio umbro, anche se l’attenzione deve restare massima, senza escludere il ricorso ad interdittive antimafia, «potente strumento di intervento verso attività commerciali e imprenditoriali di cui si ritiene sussistano fondati motivi di collegamento con la criminalità».

I temi Questo uno dei passaggi dell’audizione dei prefetti di Perugia e Terni, Raffaele Cannizzaro e Paolo De Biagi, mercoledì mattina di fronte alla commissione di inchiesta ‘analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenze, sicurezza e qualità della vita’ del consiglio regionale dell’Umbria, presieduta da Giacomo Leonelli (Pd). Durante l’incontro si è parlato anche del monitoraggio sui permessi a costruire e sui cambi di destinazione d’uso, l’accesso diretto nei cantieri per controlli mirati su uomini e mezzi impiegati (anche in relazione all’opera di ricostruzione post sisma), la formazione specifica del personale regionale che si occupa di appalti, il monitoraggio della filiera degli appalti nei grandi interventi previsti nel settore delle infrastrutture, l’attivazione di un ufficio dedicato al censimento e al riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati.

«Beni requisiti tornino ai cittadini» Un argomento, quest’ultimo, su cui ha focalizzato l’attenzione anche Walter Cardinali (presidente dell’osservatorio sulla criminalitò) secondo cui «il patrimonio requisito alle organizzazioni criminali deve tornare con celerità nella disponibilità della comunità regionale, a rappresentare un elemento simbolico di efficace contrasto alle attività illecite». Al termine dei lavoori il presidente Leonelli ha evidenziato che «il lavoro della commissione di inchiesta proseguirà in maniera ancora più proficua alla luce delle preziose indicazioni ricevute rispetto ad alcune modifiche legislative che stiamo portando avanti per attualizzare la normativa regionale e poter disporre di una disciplina più adeguata alle criticità attuali ed alle modalità di azione della criminalità organizzata».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli