Umbria, Family helper: stanziati tre milioni

L’assessore Barberini: «Data gamba ad un’azione di sostegno dopo gli ottimi risultati ottenuti nella fase di sperimentazione»

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Un’azione di aiuto per le famiglie, in particolare modo per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Si tratta della costituzione dell’elenco regionale ‘Family helper’, costituito da soggetti formati disponibili ad offrire servizi di cura e sostegno educativo alle famiglie, nonché la concessione di contributi sotto forma di buoni Inps: l’assessorato regionale alla coesione sociale e al welfare ha messo a disposizione tre milioni di euro nei prossimi sette anni.

Le risorse si collocano all’interno del quadro programmatorio del Por FseUmbria 2014-2020, asse 2 – inclusione sociale e lotta alla povertà. «Dopo l’avvio – le parole dell’assessore Luca Barberini –nell’agosto 2011 del progetto sperimentale ‘Family Help’ promosso dalla Regione, mercoledì 6 luglio nel supplemento ordinario n. 6 al bollettino ufficiale della Regione Umbria, serie generale n. 31, è stato pubblicato l’avviso per la costituzione dell’elenco regionale ‘Family Helper’, costituito da soggetti selezionati in base al possesso dei requisiti di ammissione. L’azione – ha aggiunto l’assessore – sarà rafforzata con la pubblicazione entro il mese di settembre di un avviso pubblico per la concessione di un contributo sotto forma di buoni lavoro Inps, ciascuno del valore di 10 euro, da destinare alle persone con carico di cura, coadiuvate dall’helper e spendibili solo ed esclusivamente per retribuire le prestazioni fornite dagli iscritti nell’elenco regionale sotto forma di lavoro accessorio e non continuativo».

Vita e lavoro Barberini ha specificato che «dopo gli ottimi risultati ottenuti nella fase di sperimentazione del progetto si è voluto dare gambe ad un’azione di sostegno, anche occasionale, alle famiglie che hanno l’esigenza di assolvere ai lavori di cura, in tempi che, spesso, vanno oltre gli orari canonici dei servizi pubblici. In questo caso – ha precisato – penso ai nuclei con a carico persone anziani o con disabilità o bimbi piccoli, oppure alle donne sole con a carico anziani e bambini. Spesso per questo tipo di prestazioni ci si rivolge in forma privata a persone non debitamente formate che, nella maggior parte dei casi, lavorano in nero. Tra i propositi dell’azione regionale, oltre alla dotazione di risorse a famiglie in possesso di specifici requisiti sociali e reddituali, gravate da un significativo carico di cura nei confronti di adulti e minori, c’è anche l’emersione del lavoro nero attraverso il ricorso alla forma contrattuale del lavoro accessorio».

Supporto e bisogno L’assessore regionale sottolinea che «i family helper dovranno fornire supporto nella cura dei bambini e dei ragazzi, fra cui l’accompagnamento a scuola o nelle attività extra-scolastiche, oppure aiutarli nello svolgimento dei compiti scolastici. Ma anche in caso di bisogno garantire un appoggio nell’espletamento di attività domestiche, nello svolgimento delle diverse attività quotidiane, con esclusione delle prestazioni specialistiche di ogni tipo in campo educativo, sociale e sanitario. In pratica  abbiamo voluto permettere, in particolar modo alle donne che non hanno un reddito elevato, di coniugare il diritto al lavoro con il lavoro di cura familiare, e pertanto, ridurre anche quelle differenze di genere ancora molto evidenti purtroppo anche nella nostra regione, creando le condizioni necessarie per una maggiore partecipazione e permanenza femminile sul mercato del lavoro». L’avviso per l’iscrizione nell’elenco regionale sarà aperto fino al 30 giugno 2019: l’iscrizione è subordinata al possesso di una serie di requisiti ed è previsto un percorso formativo a carattere obbligatorio rivolto unicamente a coloro che dimostrano di aver assolto all’obbligo scolastico, di aver svolto regolari esperienze pregresse di lavoro nelle aree socio-educativa e/o socio-assistenziale per almeno sei mesi, anche non continuative, nell’ultimo decennio, o di prestazione di servizio civile nazionale.

Il percorso formativo è previsto per le prime duecento persone che ne fanno richiesta ed è realizzato dalla Regione per venti persone per sessione con almeno un’edizione concorsuale ogni sei mesi per un numero massimo di dieci sessioni, le cui date saranno comunicate ai destinatari dei corsi in tempo utile a permetterne la frequenza. La partecipazione al percorso è gratuita e si concluderà con il rilascio di un attestato di frequenza a cura del soggetto formatore e che costituisce titolo per l’iscrizione all’elenco entro 30 giorni dal rilascio dell’attestato stesso. La domanda può essere presentata a partire dalla data di pubblicazione dell’avviso sul bollettino ufficiale Regione Umbria sul canale bandi del sito istituzionale regionale (www.regione.umbria.it) e alla pagina http://www.regione.umbria.it/sociale, attraverso una procedura telematica, che sarà attivata alle ore 14,00 del giorno stesso, preceduta da una registrazione sul sistema informatico per l’autenticazione sul sistema Fed-Umbria.

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