Umbria, rapporto Ispra «Troppo inquinata»

A Terni sforamenti di Pm10 e 2,5 come nella pianura Padana. Male anche rifiuti e trasporti nell’indagine sulla qualità dell’ambiente

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Inquinamento dell’aria e dell’acqua, poca cura del verde, una raccolta differenziata che stenta a decollare e mobilità sostenibile e alternativa ancora troppo poco spinta.

Il rapporto E’ un quadro con più ombre che luci quello che rappresenta l’Umbria nella XIII edizione del Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano redatto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente dell’Ispra che raccoglie i dati relativi a 119 aree urbane attraverso dieci aree tematiche: dal suolo ai rifiuti, dal verde alla qualità dell’aria, trasporti e mobilità. Tutti elementi che contribuiscono a descrivere la qualità della vita e dell’ambiente nelle città italiane. E, partendo proprio dall’aria, l’Umbria, Terni soprattutto, si conferma come tra le città italiane più inquinate dopo Torino e le aree urbane della pianura Padana. 

Qualità dell’aria Terni spicca, in negativo, per l’inquinamento dell’aria. Le tre stazioni di rilevamento della qualità dell’aria segnalano 59 giorni con concentrazioni medie giornaliere superiori a 50 µg/m³, quando per legge il limite massimo è di 35. Anche gli sforamenti da Pm2,5 sono tutti al Nord e a Terni, così come i superamenti per i limiti, stabiliti dalla legge, per emissioni di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). 

Suolo Come nel resto d’Italia, anche in Umbria i comuni risultano caratterizzati da frane con Perugia che rientra tra i 14 comuni con una densità compresa tra tre e nove Frane assieme a città come Pistoia, Torino, Vibo Valentia, Livorno, Ancona, Genova, Bologna, Bolzano, Fermo, Catanzaro, Pesaro, Campobasso e Massa. Terni, invece, si assesta come uno dei comuni che ha ricevuto i maggiori contributi statali per la messa in sicurezza e la riduzione del rischio idrogeologico, con 13 interventi finanziati attivi.

Trasporti Nonostante il report analizzi in positivo la presentazione dei Piani di mobilità, Perugia si riconferma come tra le città con il rapporto più alto tra persone e macchine. Su 166 mila abitanti le auto possedute sono più di 110 mila, con un rapporto si 663 auto ogni mille abitanti. A Terni invece, le auto sono 68 mila con una media di 611,6 ogni mille abitanti. Se nel 2016 a Perugia le auto ibride possedute erano 59, nel 2017 la cifra sale a 95 mentre a Terni si passa dalle 25 dell’anno scorso alle 42 attuali, una media simile alle altre città con la stessa popolazione. E mentre a Perugia il Minimetrò sposta l’asticella verso un trasporto più sostenibile, ecco che il numero di fermate esiguo e la tratta percorsa dalle navette sembra insufficiente a garantire una valida alternativa all’auto privata. 

Rifiuti Un discorso a parte è quello sui rifiuti partendo dal dato della differenziata che, a Perugia, è salita dal 5953% del 2014 al 62,19% del 2016 e dal 39,5% al 48,36% a Terni, dati che non sono in linea con le percentuali richieste dall’Unione Europea. Da nord a sud della Regione il ciclo dei rifiuti è un problema e i dati rilevati da Ispra lo certificano. A cominciare dalla produzione dei rifiuti a Terni, addirittura, aumentata in appena tre anni, passando dalle quasi 61 mila tonnellate del 2014 alle 62 mila e 500 del 2016. Trend che si conferma anche nella produzione pro capite, con 551chili per abitante nel 2014 e i 561 del 2016. A Perugia, invece, si è passati dai 590 chili del 2014 ai 551 del 2015 e 570 del 2016.

Verde pubblico Con la finalità di mettere a sistema il patrimonio verde del comune di Perugia, migliorandone lo standard qualitativo e la fruibilità da parte dei cittadini, l’Ispra loda il progetto Futuro nel Verde. «L’obiettivo – si legge nel report – è quello di coinvolgere i diversi soggetti della green community, creando una comunità sensibile alla qualità del verde, alla sostenibilità ambientale e all’economia verde, al fine di accrescere la coesione sociale e contribuire all’innovazione sociale, economica, tecnologica dei territori, mettendo a sistema le diverse esperienze»

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