Umbria, tensione Cgil: Cajarelli va all’attacco

L’ex componente della segreteria regionale critica le parole usate da Vincenzo Sgalla dopo la propria rielezione: «Dissenso trasversale e segno di un malessere»

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Clima da tempo ‘frizzante’ in seno alla Cgil dell’Umbria. Dopo la recente rielezione a segretario generale del sindacato con 87 voti favorevoli, 40 contrari, 4 schede bianche e una nulla, Vincenzo Sgalla – interpellato da umbriaOn – aveva spiegato di «non temere il dissenso».

«Dissenso trasversale»

Parole che non sono andate giù ad un altro ‘big’ della Cgil umbra, quel Vasco Cajarelli vicino alla sinistra del sindacato, già nella segreteria regionale a guida Mario Bravi e ora fuori. «Intanto direi che il voto contrario a Sgalla non è stato ‘organizzato’ – afferma – ma conseguenza di un malessere diffuso, e trasversale, nettamente percepito all’interno del sindacato».

«’Allenatori’? Non servono»

«A mio giudizio – prosegue – questo malessere non deve essere ‘tollerato’, come ha affermato il segretario. Piuttosto deve operare per costruire un rapporto positivo con chi dissente. I riferimenti calcistici poi agli allenatori, che vengono sempre criticati ma il cui ruolo è il più complicato di tutti, mi sembrano del tutto inappropriati. Oggi la Cgil si trova ad affrontare sfide per le quali non servono ‘allenatori’ né tanto meno di ‘ultras’ e trovo sintomatico che chi chiede il pluralismo a livello nazionale, su posizioni opposte rispetto a quelle di Maurizio Landini e quindi Susanna Camusso, oggi questo pluralismo lo respinga con decisione all’interno della propria regione. Credo che siamo di fronte ad una vera e propria crisi del gruppo dirigente, una questione da affrontare senza nascondere la testa sotto la sabbia».

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