Umbria, trasporto pubblico: sindacati aprono la vertenza

Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal denunciano l’assenza della politica: «Ritardi nella gara per la nuova Agenzia regionale dei trasporti e dubbi sui fondi nazionali»

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In un quadro già estremamente complicato a causa dell’emergenza sanitaria, sul fronte del trasporto pubblico locale permangono grandi incertezze per il futuro. Incertezze che ci portano inevitabilmente ad aprire una vertenza nei confronti di Regione Umbria e azienda Busitalia». L’annuncio è arrivato lunedì pomeriggio, in una conferenza stampa online, dalle segreterie regionali umbre di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal.

L’Agenzia regionale dei trasporti e il Fondo nazionale

«Ad oggi – spiegano i sindacati – l’Agenzia regionale dei trasporti non è ancora partita, con conseguente perdita del recupero dell’Iva per l’anno 2020. Si avvicina, inoltre, il termine indicato per indire la gara e, praticamente, ancora non sappiamo nulla sulla stessa, sulla mole dei servizi interessati e su come verrà costruita l’Agenzia. Mentre a livello centrale il Governo comunica di aver trasferito alle Regioni le quote relative al Fondo nazionale trasporti, in Umbria l’azienda continua a lamentare il mancato pagamento di servizi inerenti l’anno in corso e quelli passati. Lo stesso Ministero dei trasporti ha illustrato un piano importante per il settore, fatto di investimenti, innovazione e rinnovo del parco mezzi. Non vorremmo che l’Umbria perdesse questa importante occasione per gli anni futuri. Sul fronte ex Fcu permangono enormi incertezze sulla reale volontà di far rilanciare il servizio».

Mancato dialogo tra Regione, Busitalia e sindacati

Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal ricordano come il 2020 fosse partito «con la comunicazione, frammentaria e incompleta, di nuovi tagli da parte della Regione. Successivamente la vicenda Covid e il relativo lockdown hanno colpito con durezza il settore, causando una riduzione del servizio anche del 70%, con l’inevitabile ricorso agli ammortizzatori sociali per garantire salario e occupazione. Sempre nel corso dell’anno, ci siamo trovati a gestire una riapertura delle scuole con i relativi servizi scolastici da svolgere, in un clima di caos e grande incertezza, con discussioni non esaustive, concentrate spesso unicamente sul solo indice di riempimento dei mezzi».

La vertenza e la mobilitazione

La Regione Umbria, secondo i sindacati, «oltre a coltivare pessime relazioni sindacali, ci sembra non abbia un piano chiaro sul fronte trasporti e men che meno sul Tpl, delegando completamente le politiche dei trasporti all’azienda Busitalia. Non è quello di cui ha bisogno la nostra Regione. L’Umbria ha bisogno di un piano chiaro sui trasporti e ancor più sul Tpl, di una politica che decida e governi. I silenzi, le ambiguità e la poca chiarezza fin qui dimostrata dall’assessorato competente ci preoccupano non poco e l’azienda, di fronte a tale clima di incertezza, ha di fatto ritenuto utile bloccare gli investimenti previsti. Pertanto, se non arriveranno risposte dal tavolo aziendale attualmente aperto e da quello che speriamo di aprire con la Regione a breve, siamo pronti alla mobilitazione quanto prima».

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