Università, Regione e Adisu contro Moriconi

Il rettore lamenta tagli ai fondi per il diritto allo studio, ma viene smentito e ‘avvisato’: «L’Ateneo di Perugia, con i suoi oltre 700 anni di storia, non è suo»

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La frasetta era buttata lì, quasi con noncuranza, nel bel mezzo di una lunga intervista rilasciata dal rettore dell’università di Perugia, Franco Moriconi, ad un quotiamo cartaceo locale. Ma c’era un po’ di veleno, in quelle parole, visto che il rettore accusava Regione di aver operato tagli pesanti nei fondi destinati ai diritto allo studio. E la replica arriva con veemenza, attraverso una nota congiunta della giunta regionale dell’Umbria e dell’Adisu, l’agenzia regionale per il diritto allo studio universitario.

Catiuscia Marini

La replica «Apprendiamo con stupore e con rammarico dal professor Franco Moriconi – dicono – che la Regione, nonostante l’impegno storicamente consistente a favore del diritto allo studio, non avrebbe contribuito alla recente crescita della numerosità della comunità studentesca universitaria. Il rettore Moriconi ha dichiarato che la Regione Umbria avrebbe tagliato i fondi per il diritto allo studio; affermazioni non basate sull’oggettività dei dati che sarebbe utile, da parte sua, approfondire con attenzione rispetto, invece, ai reali servizi al diritto allo studio e le relative risorse finanziarie erogate e garantite dalla Regione».

I dati E per avvalorare le proprie testi, regione e Adisu forniscono «i dati che il  rettore Moriconi evidentemente dimostra di non conoscere. Gli studenti beneficiari di borse di studio Adisu sono passati da 2.985 (anno accademico 2015/2016) a 3.828 (anno accademico 2016/2017) a 4.422 idonei per questo anno accademico. Ciò significa un incremento del 48% in meno di due anni. Una variazione così consistente non è stata registrata, in termini di iscritti, da nessuna istituzione universitaria regionale, inclusa l’università di Perugia. Ormai, quasi il 20% della popolazione studentesca universitaria riceve benefici economici (borse di studio) e reali (alloggio e mensa gratuita) grazie al lavoro portato avanti dalla Regione e dall’Adisu. Ciò significa che l’Adisu ha svolto e svolge il proprio ‘mestiere’ in modo attento ed efficace rispetto a questa crescita che, anche comparativamente alle altre agenzie regionali, la pone tra le prime a livello nazionale, come facilmente desumibile dai dati del Miur».

Luca Ferrucci (Adisu)

L’attrattività L’Adisu, si specifica, «ha contribuito a sostenere, anche con proprie iniziative sul fronte dell’internazionalizzazione oppure insieme alle istituzioni universitarie, un ampliamento del bacino di attrazione spaziale degli studenti. Quasi mille studenti che beneficiano di servizi Adisu arrivano da Paesi esteri e circa la metà di quelli italiani vengono da altre regioni come la Sicilia (310 studenti), la Calabria (260), la Puglia (244), il Lazio (240) e le Marche (172). Questa forza attrattiva extra regionale dell’Adisu è dovuta anche al fatto che la Regione Umbria ha deciso di collocare le fasce Isee (ossia gli indicatori di ricchezza economica dello studente) in modo migliore rispetto a molte altre regioni italiane. Non solo, la capacità di conseguire l’erogazione del 100% delle borse di studio a favore degli idonei costituisce un obiettivo strategico che la Regione Umbria ha storicamente fatto proprio, favorendo le migrazioni studentesche a favore delle nostre istituzioni universitarie».

I fondi La Regione, poi, ricorda che «nel bilancio di previsione 2018 ha previsto, oltre a circa 9 milioni di euro per le borse di studio (con una lievissima riduzione di soli 150 mila euro, peraltro compensata da risorse per 800 mila euro destinate a qualificare la presenza universitaria) uno stanziamento consistente per attivare, nel prossimo biennio, assegni di ricerca e borse di dottorato per giovani studiosi, dimostrando così, ancora una volta, l’importanza del diritto allo studio in questa regione e il sostegno alle attività di ricerca scientifica nell’interesse della comunità studentesca regionale».

«L’Ateneo non è suo» La sortita del rettore Moriconi, insomma, sarebbe «l’ennesima ed inspiegabile dimostrazione della insofferenza per l’azione che svolgono la Regione Umbria e l’Adisu a favore del diritto allo studio universitario. L’Ateneo di Perugia, con i suoi oltre 700 anni di storia, non è del rettore, ma appartiene alla città di Perugia, alla comunità umbra, a quella di tutti gli studenti e docenti. E comunque confidiamo in quella ‘governance’ universitaria, fortunatamente ampia ed articolata, mettendo ancora una volta a disposizione dell’Ateneo le nostre competenze e risorse perché noi crediamo davvero che sia necessario rilanciare e dare nuovo futuro all’Università di Perugia».

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