Urine e sangue contro l’agente di polizia penitenziaria

Perugia, Aggressione in carcere a Capanne, la denuncia del sindacato di polizia penitenziaria: «Ci vogliono le Rems»

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Una detenuta di colore di circa 30 anni reclusa con problemi di natura psichiatrica, ha aggredito nella giornata di sabato un’assistente capo coordinatore di polizia penitenziaria durante una operazione di servizio all’interno della camera detentiva.

Due aggressioni simili

«Senza plausibile motivata giustificazione – recita un comunicato di Uilpa, Unione italiana lavoratori pubblica amministrazione –  la detenuta ha lanciato le proprie urine e liquido ematico addosso alla poliziotta colpendola in pieno viso (prognosi di 15 giorni per l’agente; ndr). Le stesse dinamiche sono state di nuovo messe in atto dalla stessa detenuta nei confronti di un’altra poliziotta, fortunatamente non andata a buon fine, ma che comunque ha ingenerato nella stessa una violenta reazione che ha sfociato nella distruzione della propria camera detentiva».

Ci vogliono le Rems

«Ritengo che tali soggetti debbano essere gestiti in strutture idonee quali le Rems (Residenza per l’ esecuzione delle misure di sicurezza) – dichiara Angelo Romagnoli della segreteria regionale Uilp – che a tutt’oggi nella regione Umbria non è presente. Inoltre, la presenza presso l’istituto di Perugia di solamente due medici specialisti in psichiatria e 4 psicologi con limitate vacazioni orarie settimanali non possono far fronte alla gestione e cura sanitaria di circa 130 soggetti psichiatrici su una presenza media di 350-380 utenti».

«Non possiamo fare gli psichiatri»

«Certo è che tali mansioni non possono essere assorbite dal personale di polizia penitenziaria a cui sono assoggettati altri compiti istituzionali relativamente alla sicurezza. Auspichiamo che gli organi istituzionali preposti intervengano in tale direzione al fine di tutelare il personale di polizia e tutti gli operatori che svolgono il proprio servizio internamente agli istituti penitenziari. Esprimiamo la nostra solidarietà alla collega vittima di aggressione augurandogli una pronta guarigione».

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