Valnerina, i lavori su fossi e corsi d’acqua non convincono gli ambientalisti: «Danni»

Interventi nel Ternano per ridurre il rischio idrogeologico: «Flora e fauna cancellate dalle ruspe. Autorizzazione miope»

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C’è forte perplessità fra gli ambientalisti ed il Ciav – il Centro iniziative ambiente Valnerina – guidato da Enrico Bini, per quanto messo in atto, con le dovute autorizzazioni, dal Consorzio di bonifica Tevere-Nera in Valnerina. In particolare si tratta della pulitura e quindi messa in sicurezza di alcuni fossi e corsi d’acqua, per agevolare le attività agricole e soprattutto ridurre i rischi idrogeologici. Per gli ambientalisti però, l’attività condotta anche attraverso ruspe, rappresenta un duro colpo per flora e fauna autoctona. Tanto che lunedì mattina i lavori sono finiti anche all’attenzione dei carabinieri forestali. «L’ultimo fosso ripulito in ordine di tempo – racconta Stella Fratini, ambientalista – è quello ‘di mezzo’, in vocabolo Nasciolo, fra i comuni di Arrone e Terni. Lì c’era un habitat naturale, un micro ambiente palustre fatto di girini, gigli d’acqua, gallinelle d’acqua, anatre. Animali, quest’ultimi, che nidificano proprio in questo periodo. Siamo riusciti per ora a salvaguardare l’ultimo tratto del fosso, anche se l’intervento va avanti. Le autorizzazioni ci sono ma anche i dubbi, perché un danno è stato causato». Il ‘lasciapassare’ per i lavori proviene da Regione Umbria e Parco fluviale del Nera: «Se da un lato gli interventi di messa in sicurezza sono inattuabili fra novembre ed aprile in quanto si tratta di acque protette per la riproduzione dei salmonidi, come la trota fario di cui abbiamo però trovato carcasse, viene da chiedersi come mai l’azione non sia stata autorizzata per settembre, ovvero fuori dal periodo di nidificazione di alcuni volatili. In ogni caso di fronte alla presenza di specie protette, ci si deve fermare».

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