Violenza sulle donne: «Ferite, ma non dome»

Perugia, iniziativa delle pensionate Spi Cgil dell’Umbria all’indomani dell’omicidio di Raffaella Presta

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Per Raffaella ma non solo. Un’iniziativa, quella che si è svolta giovedì, dopo quelle che si erano tenute mercoledì, dedicata alla violenza di genere e alla ricerca di possibili risposte a un fenomeno drammatico, insieme culturale e sociale. Le pensionate umbre Spi Cgil dell’Umbria si sono quindi riunite per tornare a riflettere anche sul futuro dei centri antiviolenza. «La morte di Raffaella – ha detto Oriana Casciani, coordinatrice Spi Cgil Umbria – come quella delle altre centinaia di donne uccise dagli uomini ogni anno è un fallimento dell’intera società. Oggi siamo tutte sconfitte e tutti sconfitti, ma non ci rassegniamo». 

Femminicidio Un’iniziativa naturalmente stravolta dal drammatico ennesimo femminicidio, che ieri a Perugia ha visto morire un’altra donna, come spesso accade, all’interno delle mura domestiche, proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. «Non ci sono parole per descrivere il nostro sgomento e il nostro dolore – ha detto Casciani – ma abbiamo l’obbligo di reagire e possiamo farlo solo mettendo in campo ogni sforzo possibile per fermare la strage, rafforzando i servizi e costruendo una nuova cultura del rapporto tra i generi nel nostro paese».

I numeri All’iniziativa delle donne Spi, coordinata da Vittoria Arcovio, giovane lavoratrice precaria del Nidil Cgil, hanno preso parte le due responsabili dei centri antiviolenza di Perugia e Terni, Sara Pasquino e Silvia Menecali, strutture aperte da poco più di un anno, ma che in così poco tempo hanno già assistito oltre 450 donne, ospitandone 55 insieme a 49 minori. Alle due responsabili il sindacato delle pensionate ha consegnato un piccolo contributo economico, frutto di un mercatino organizzato in occasione dell’ultima festa regionale di Liberetà, con prodotti realizzati a mano dalle stesse pensionate delle Leghe Spi Cgil dell’Umbria.

Fenomeno culturale Nei vari interventi di Angela Caputo, coordinatrice donne dello Spi Cgil di Terni, di Giuliana Renelli, segretaria regionale Cgil, della giovane studentessa Sabrine Khirat e di Stefano Strona, dirigente della Regione Umbria, responsabile delle politiche di genere, è stata sottolineata la natura profondamente culturale del fenomeno della violenza di genere, con radici che affondano in secoli di storia di disparità, fatto che ne rende particolarmente problematico il contrasto. «Bisogna capire che questo è un problema di civiltà – ha detto nelle sue conclusioni Daniela Decinti, del coordinamento donne dello Spi Cgil nazionale – e noi che la civiltà vorremmo esportarla, dovremmo guardarci prima allo specchio e capire che se una donna ogni tre giorni viene uccisa in questo paese, evidente abbiamo qui, in casa nostra, un gigantesco problema di diritti umani, che purtroppo però non sembra rientrare tra le priorità politiche di chi ci governa».

Presidio Al termine dell’iniziativa i partecipanti hanno dato vita ad un presidio silenzioso in piazza Italia, sotto la sede della Prefettura, per Raffaella Presta e per tutte le altre vittime della violenza maschile.

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