Voucher aboliti, disgelo tra Cgil e Coop

Mentre il sindacato e l’azienda si confrontavano a Perugia, il Senato bissava il voto della Camera e li mandava definitivamente nel dimenticatoio

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di L.P.

Proprio nel giorno in cui il Senato approva il decreto legge per l’abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti e di fatto sancisce l’addio ai voucher – l’aula di palazzo Madama ha dato via libera al provvedimento, che dopo il sì della Camera diventa legge, con 140 sì, 49 no, 31 astenuti – in Umbria andava in scena un confronto tra Cgil e Coop su crisi del commercio, lavoro precario, il ruolo della grande distribuzione, la liberalizzazione delle aperture, la legalità negli appalti e, ovviamente, i voucher.

Voucher Temi caldi per l’economia umbra, oltreché italiana, quelli affrontati mercoledì mattina dalla Cgil che in un incontro con i rappresentanti di Coop e Confcommercio hanno cercato di fare chiarezza sulla situazione del lavoro e dell’economia locale in una prospettiva futura, dopo la battaglia vittoriosa che ha portato il governo all’abrogazione dei voucher tramite un decreto legge e in vista della manifestazione nazionale del prossimo 6 maggio.

I dati A leggere i numeri c’è da aver paura. Secondo i dati Inps, per il 2015, l’Umbria ha superato dell’1% le attivazioni di voucher rispetto alla media nazionale. Il 17,8% nel commercio, il 36,9% nel settore alberghiero e ristorazione, il 9,6% nei servizi per un totale del 71,9%. Uno strumento ‘malato’ che non è servito a soddisfare le richieste per cui era stato pensato, tanto meno far emergere il lavoro nero e garantire meno precariato tra i giovani italiani.

PARLANO CGIL E COOP – LE INTERVISTE

Abrogazione «La prima battaglia è stata vinta – ha detto Desire Marchetti- con l’abolizione dei voucher tramite il decreto legge nazionale. Ma la lotta al lavoro precario va avanti perché nessuno strumento di lavoro occasionale può sostituire i contratti di lavoro vero e proprio». Un abuso dei voucher, «strumento legale – come ha ricordato Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale Filcams – che non è più solo una percezione. I dati sono allarmanti e non possiamo permettere che si continui su questa strada. Dire no ai voucher non significa avallare il lavoro nero, bisogna trovare delle alternative ma garantire ai nostri giovani le stesse possibilità che abbiamo avuto noi».

Assenze «Mancano a questo tavolo troppi attori – ha spiegato Stefania Cardinali, segretaria generale Filcams Cgil Umbria – gli altri sindacati, la Gdo e, soprattutto, mancano gli attori istituzionali. In Umbria continuano ad aprire centri commerciali, la Regione ha varato una legge sul commercio senza interloquire con le parti sociali e vantiamo il record in Italia di superficie in metri quadrati di grande distribuzione in rapporto con gli abitanti. Siamo fieri di aver avuto una grande adesione allo sciopero portato avanti nei giorni festivi, ci vuole una regolamentazione sana e la tutela dei diritti dei lavoratori».

Carta dei diritti Così, infatti, la strada proposta dalla Cgil è quella di varare una Carta universale dei diritti dei lavoratori che, pur mantenendo uno strumento che garantisca alle famiglie di mettere in regola i collaboratori occasionali come baby sitter e colf, garantisca a tutti gli altri lavoratori, soprattutto i giovani, una maggiore tutela presente e futura. «Perché se in Italia c’è stato questo abuso nell’utilizzo dei voucher – ha proseguito Gabrielli – un nuovo corso si può aprire ora con la loro abolizione. Nessun vuoto legislativo, prima erano utilizzati come strumento deviato e malato, erano irriformabili e per questo andavano aboliti. Contratti regolari e normati, oltre al rinnovo di quelli nazionali che aspettano da anni».

Liberalizzazioni e appalti Ma all’incontro, al Park hotel di Ponte San Giovanni, si è potuto riflettere anche di legalità e delle ormai troppo note ‘aperture festive’. «Gli appalti si fanno per diminuire i costi – ha spiegato Giorgio Raggi – presidente di Coop Centro Italia – noi non abbiamo mai utilizzato un voucher per i lavoratori stagionali o occasionali. Però io chiedo che questo stesso trattamento sia riservato anche agli altri lavoratori di tutte le altre catene, perché altrimenti la concorrenza non può avvenire ad armi pari. Così, infatti, i punti vendita Coop restano chiusi il 25 aprile e il 1 maggio, questo significa una perdita di 4 milioni di euro per noi. Se teniamo chiusi i negozi tutte e 52 le domeniche dell’anno la perdita si attesta su 80 milioni e questo significa chiudere la Coop. Allora i sindacati devono dare una risposta anche su questi temi».

Le istituzioni Risposta che, invece, dovrebbe venire dalla politica dal momento che la crisi del commercio ha significato, in Umbria, la perdita di 16 punti percentuali di Pil, che corrisponde più o meno a 5,5 miliardi di euro, come ha ricordato il segretario generale Cgil Umbria Sgalla. «Non si può fare un gioco al ribasso, le istituzioni devono mettere sul tavolo delle proposte e delle risposte a un settore che soffre e che vede scomparire le realtà più piccole e indifese a suon di licenziamenti mentre altri giganti continuano ad aprire centri commerciali».

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