Dopo il ‘blitz’ operato mercoledì in Ast dagli agenti del nucleo investigativo Nipaf della Forestale di Terni, che ha portato al sequestro di tonnellate di materiali ferrosi o pseudo tali, contenute in sei tir, la procura di Terni starebbe compiendo ulteriori passi che potrebbero condurre all’iscrizione nel registro degli indagati di alcune persone.
Sotto la lente Non è un mistero che nel mirino degli inquirenti ci sarebbero finite le ‘consegne’ di scarti ferrosi effettuate da un’impresa della Lombardia presso il parco rottami di viale Brin. I dubbi – che verranno formalmente chiariti attraverso un ‘accertamento tecnico non ripetibile’, non ancora fissato ma che potrebbe avvenire nel corso della prossima settimana – riguardano la natura dei materiali, a prima vista più simili a rifiuti che a rottami da utilizzare per le produzioni di acciaio.
Analogie Una modalità che, se confermata, finirebbe per rispecchiare – almeno dal punto di vista degli eventuali fornitori, in assenza di nuovi elementi riguardanti dipendenti della multinazionale – lo schema con cui, attraverso l’indagine ‘Acciao sporco’, i forestali e il pm Elisabetta Massini avevano portato alla luce una maxi truffa ai danni di Tk-Ast, incentrata proprio sulla scarsa qualità dei materiali consegnati in azienda, fatti abilmente passare per rottami della migliore tipologia.
Avvisi in arrivo Agli accertamenti tecnici irripetibili che verranno disposti a breve dalla procura, è plausibile che partecipino anche i consulenti nominati dall’azienda finita sotto la lente. Delle attività di indagine dovranno essere informati gli indagati e le eventuali persone offese, e qui il cerchio degli ‘avvisi’ in partenza dalla procura, si chiude.