Omicidio Meredith, Sap contro Cassazione

Perugia, il sindacato di polizia: «Accuse ingiuste nei nostri confronti»

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La Corte di Cassazione, nelle motivazioni con cui spiegava la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, per l’omicio di Meredith Kercher, aveva scritto parole pesanti: secondo i supremi giudici il processo ha avuto «un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o ‘amnesie’ investigative e di colpevoli omissionidi attività di indagine». Secondo la Cassazione, poi, un «inusitato clamore mediatico» del delitto Kercher e i «riflessi internazionali della stessa vicenda», non hanno «certamente giovato alla ricerca della verità», provocando una «improvvisa accelerazione» delle indagini «nella spasmodica ricerca” di colpevoli «da consegnare all’opinione pubblica internazionale”».

Il Sap «Con non poco stupore – dice Vincenzo D’Acciò, segretario provinciale perugino del sindacato di polizia Sap – abbiamo appreso la notizia delle motivazioni della Corte di cassazione sul caso Meredith. Come spesso accade in Italia, quando non si riesce a trovare un colpevole, la colpa è dei poliziotti. All’epoca delle indagini per tutti eravamo ottimi investigatori, oggi improvvisamente siamo diventati delle capre. Il Sap di Perugia, oggi come allora, è e resta dalla parte dei colleghi e non ci sta a vedere così ferocemente denigrato l’operato di donne e uomini in divisa che sicuramente in quei giorni hanno lavorato anche per 50/60 ore di seguito, sotto una pressione interna e mediatica senza precedenti, con grande sacrificio e professionalità».

Le direttive D’Acciò, poi, specifica: «Vorrei ricordare che i nostri investigatori hanno lavorato sempre sotto le direttive della magistratura e non autonomamente. Dagli anni ’80 il codice di procedura penale è stato riformato con tanti e tali modifiche da farne un pastrocchio, ma il dominus delle indagini è il pubblico ministero che delega la polizia giudiziaria. Ci devono dire se sono stati commessi errori nell’esercizio della delega e perché chi doveva controllare non lo abbia fatto. Ci devono dire e dimostrare che sono stati commessi errori specifici o accertamenti tecnici sbagliati. Il caso Meredith dimostra, se mai ve ne fosse bisogno, che occorre riformare questo codice, come chiediamo da tempo come Sap».

«Scaricabarile» Troppo facile, per il sindacalista del Sap, «a bocce ferme, dopo anni di procedimenti giudiziari di cui tutti erano a conoscenza, dire che la polizia ha commesso errori. Noi rispettiamo sempre le sentenze e le loro motivazioni, ma in questo caso da poliziotti e da cittadini non possiamo non pensare di trovarci per l’ennesima volta dinanzi ad un tipico gioco italiano, quello dello scaricabarile in cui l’ultima ruota paga per tutti. Ancora una volta alle poliziotte e ai poliziotti della questura di Perugia va tutto il nostro plauso, riconoscenza e solidarietà».

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