Omicidio Meredith, Cassazione shock

La suprema corte parla di «clamorose defaillance o ‘amnesie’ investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine»

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A carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito – accusati dell’omicidio di Meredith Kercher e poi assolti – manca un «insieme probatorio» contrassegnato «da evidenza oltre il ragionevole dubbio». Lo sottolinea la quinta sezione penale della Corte di cassazione, nelle motivazioni dell’assoluzione dei due ex fidanzati, depositate lunedì.

sollecito

Raffaele Sollecito

Giudizi durissimi Secondo i supremi giudici il processo per l’uccisione di Meredith Kercher ha avuto «un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o ‘amnesie’ investigative e di colpevoli omissionidi attività di indagine», sottolinea la Cassazione.

No tracce biologiche La suprema corte, poi, spiega che un dato «di indubbia pregnanza» a favore di Knox e Sollecito è rappresentato – «nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all’omicidio, pur nell’ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola» – la «assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili» nella stanza dell’omicidio o sul corpo della vittima».

Rudy Guede

Rudy Guede

Guede Ma i Supremi giudici tornano a mettere in risalto che sul luogo del delitto e sul corpo di Meredith sono «invece state rinvenute numerose tracce riferibili al Guede (Rudy Guede, il giovane ivoriano condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio della Kercher ‘in concorso’, con il rito abbreviato; ndr)». Per quanto riguarda il gancetto del reggiseno della vittima, viene fatto rilevare che la «sola traccia biologica» rinvenuta su tale gancetto non offre «certezza alcuna» in ordine alla sua «riferibilità» a Raffaele Sollecito «giacché quella traccia – sottolinea la Cassazione – è insuscettibile di seconda amplificazione, stante la sua esiguità, di talché si tratta di elemento privo di valore indiziario».

Patrick Lumumba

Patrick Lumumb

Le calunnie Nel «percorso travagliato ed intrinsecamente contraddittorio» del processo per l’omicidio Kercher c’è un «solo dato di irrefutabile certezza: la colpevolezza di Amanda Knox in ordine alle calunniose accuse nei
confronti di Patrick Lumumba», sottolinea la Cassazione. La sentenza rileva che la calunnia è stata confermata dalla stessa Knox in un contesto «immune da anomale pressioni psicologiche».

Il clamore mediatico Secondo la Cassazione, poi, un «inusitato clamore mediatico» del
delitto Kercher e i «riflessi internazionali della stessa vicenda», non hanno «certamente giovato alla ricerca della verità», provocando una «improvvisa accelerazione» delle indagini «nella spasmodica ricerca” di colpevoli «da consegnare all’opinione pubblica internazionale”».

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