Terni, Acciaio sporco e quei rimpiazzi deleteri

I classificatori arrestati dalla Forestale erano finiti al parco rottami in seguito al ‘repulisti’ deciso dall’azienda. E ora la Uilm chiede conto di quella decisione

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‘Acciaio sporco’: che l’inchiesta parta da lontano era emerso con grande chiarezza fin dalle prime ore. Tanto che, ben prima che il problema emergesse in tutta la sua evidenza, gli stessi sindacati, informalmente, avevano fatto presenti a Lucia Morselli alcune differenze ‘sospette’ fra la qualità dei materiali in entrata e quelli in uscita da Ast. Tanto che i vertici aziendali avevano poi affrontato il problema direttamente, dando il via a rimpiazzi e offrendo la propria disponibilità agli inquirenti perché fosse fatta chiarezza.

ACCIAIO SPORCO: SPIONAGGIO E ‘VELENI’

«Vogliamo sapere» Resta però da capire, e a dirlo sono le Rsu della Uilm, «quali criteri abbia usato la Direzione del personale per selezionare i classificatori poi subentrati ai precedenti (e oggi finiti ai domiciliari, ndR) e su quali garanzie siano passati. Allora – ricordano le rappresentanze Uilm – fu proprio l’Ufficio personale a garantirci la totale affidabilità delle persone scelte e questo è chiaramente oggetto di valutazione e riflessione».

ACCIAIO SPORCO: SINDACATI ‘A RAPPORTO’ DALL’AD

«E i controlli?» E’ proprio questo uno dei punti salienti che il sindacato intende chiarire, non prima di aver espresso «piena fiducia» all’operato della magistratura, accompagnato dall’auspicio che «questioni di questa natura, finalmente, vengano completamente allo scoperto e siano evidenziate tutte le responsabilità». Le Rsu della Uilm si soffermano poi su un nodo passato finora in sordina: «Restano problemi dirimenti, come le oggettive mancanze aziendali in termini di controllo e procedurali che ci sono e che rischiano di persistere».

Il ‘cambio di passo’ La ‘summa’ Alla fine l’operato della magistratura viene ‘benedetto’, «ma dal nostro punto di vista – aggiungono dal sindacato – occorrono sostanziali cambi di passo da parte della direzione aziendale e, più precisamente, degli uomini e delle strutture su cui ha maggiormente investito. L’auspicio è che abbiano a disposizione tutti gli strumenti necessari per rappresentare ed esercitare completamente i ruoli assegnati. Se all’interno di Ast tutto funzionasse come dovrebbe – concludono le Rsu Uilm – le entità economiche di cui si parla, potevano certamente essere oggetto anche di un confronto doveroso e pertinente tra le parti, per valorizzare l’impegno che coerentemente ed onestamente i lavoratori dimostrano, al fine di ridistribuire meritate parti salariali».

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